Il presidente della Guyana
Irfaan Ali ha affermato che non permetterà al Venezuela di
annettere la regione di Essequibo - area pari al 74%
dell'attuale territorio guianese ricca di minerali e giacimenti
petroliferi - di cui Caracas rivendica la sovranità.
La dichiarazione è la prima reazione ufficiale del Paese
sudamericano alla promulgazione a Caracas della legge che
prevede l'annessione di Essequibo al Venezuela, definita da Ali
"illegale". "La legge rappresenta una flagrante violazione dei
principi più fondamentali del diritto internazionale" e
"contraddice lo spirito della dichiarazione congiunta per il
dialogo e la pace tra Guyana e Venezuela, concordata il 14
dicembre 2023", ha scritto Ali in una pubblicazione su X,
riferendosi all'accordo siglato con il presidente venezuelano
Nicolás Maduro a São Vicente e le Grenadine.
Per il governo guianese il foro competente per contestare la
sovranità del territorio è la Corte Internazionale di Giustizia.
L'organo giudiziario delle Nazioni unite con sede all'Aia il
primo dicembre 2023 si era già espresso in merito stabilendo che
il Venezuela non può intraprendere azioni per annettere la
regione. Nell'occasione la Corte aveva convocando il governo di
Caracas a difendere la propria tesi in un'udienza fissata per il
prossimo l'8 aprile. L'appuntamento assume un importanza
crescente considerati gli ultimi sviluppi della vicenda.
La secolare controversia su Essequibo, territorio di circa
160.000 chilometri quadrati è peggiorato dopo il governo della
Guyana ha effettuato nuove gare per favorire l'estrazione
petrolifera nella regione.
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