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Viaggio in Argentina dove si gioca ai rigori contro la fame

Viaggio in Argentina dove si gioca ai rigori contro la fame

Tornei e scommesse clandestine per arrivare a fine mese

BUENOS AIRES, 14 luglio 2024, 16:37

Redazione ANSA

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(di Alejandro Di Giacomo) Passione e necessità si fondono nell'Argentina povera, che porta i ragazzi dei quartieri emarginati a trasformare il calcio in un mezzo di sussistenza e a finire a calciare i rigori in cambio di denaro, in gironi di scommesse clandestine, per "poter mangiare".
    Questi tornei si moltiplicano sempre di più, soprattutto nella periferia della capitale, nei popolosi quartieri della Grande Buenos Aires, a Lomas de Zamora, a La Matanza o a Laferrere, dove nei fine settimana una porta a bordo campo si trasforma nell'altare dei calci di rigore a 12.
    "Io muoio per il calcio e mi piace la tensione dei rigori. E questo, che amo tanto, mi permette di portare da mangiare ai miei due figli. Non ho un lavoro e i rigori mi salvano", ha raccontato all'ANSA un abile rigorista, affermando di aver guadagnato 40mila pesos (circa 40 dollari) a fine giornata.
    "A volte finiamo per darcele di santa ragione. Una volta ho visto una rissa a colpi di coltello. Ma non è sempre così. Ad ogni rigore mettiamo in gioco molto", ammette un altro giocatore che milita nel Boca Juniors da tempo.
    Il formato del gioco non è troppo complicato: tutti contro tutti, le coppie vengono eliminate e i partecipanti possono iscriversi da soli o in coppia. Si tirano tre serie di tre (a volte cinque) rigori, in caso di pareggio si sceglie il vincitore lanciando una moneta e il vincitore vince un premio.
    Fin qui, tutto legale. Il torneo costa circa 1.500 pesos (1,5 dollari) a persona, e gli spettatori spesso devono pagare circa mille pesos di iscrizione, perché "è uno spettacolo", si vanta uno degli organizzatori. Ma ci sono anche le scommesse, e qui le vincite possono essere molto più alte. "Ho visto un ragazzo vincere 700mila pesos in un pomeriggio (circa 700 dollari)", dice un partecipante.
    Nel torneo a cui ha assistito l'ANSA il campo è senza erba.
    Anche la porta è in decadenza, con pali arrugginiti e una rete corrosa dal sole e dalla pioggia. A poca distanza, ci sono dei miseri spogliatoi in lamiera che non hanno nemmeno le docce, anche se non manca la passione sfrenata di circa 500 spettatori festanti. Tutto si svolge in uno spazio che chiamano 'potrero' - un'area aperta in mezzo alla città dove viene improvvisato un campo da calcio - e da cui sono emersi talenti come lo stesso Diego Maradona, proprio nella periferia di Buenos Aires. E ci sono persino calciatori professionisti che hanno ammesso di aver partecipato a queste scommesse sui rigori, come Néstor Ortigoza, che ha brillato per il San Lorenzo de Buenos Aires e ha giocato anche per la nazionale paraguaiana.
    È una cerimonia che non ha nulla a che vedere con ciò che la tv offre dai Campionati Europei in Germania o dalla Copa America negli Stati Uniti, quando i calci di rigore delle squadre professionistiche portano dramma o felicità per milioni di persone. Qui, nella periferia di Buenos Aires, non sono in gioco né la fama né il prestigio. Ad ogni rigore c'è solo il pensiero della sopravvivenza.
   

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