Il governo ultraliberista di
Javier Milei ha messo le mani avanti in previsione di un
possibile e significativo aumento dell'indice che misura la
povertà in Argentina nei dati ufficiali che verranno pubblicati
in serata dall'Istituto nazionale di statistica (Indec).
"Noi non neghiamo la realtà, ma la affrontiamo", ha affermato
in conferenza stampa il portavoce del governo, Manuel Adorni,
rispondendo a una domanda sulle aspettative dell'esecutivo in
merito ai dati Indec. Adorni ha sottolineato che il presidente
Milei ha ricevuto "un'eredita disastrosa, tra le peggiori della
storia" e ha attribuito la responsabilità del "degrado sociale"
alle politiche applicate dai governi precedenti di segno
kirchnerista. "Siamo riusciti ad evitare un'iperinflazione che
avrebbe portato l'indice di povertà al 95%", ha affermato il
portavoce, accusando "l'ipocrisia dell'opposizione che ci accusa
di non poter risolvere i problemi che loro hanno creato".
"Siamo in un processo di ricostruzione e ci sono diverse
questioni che non sono allineate con la realtà, dal tasso di
cambio ai prezzi regolamentati, ai trasporti, nessuno ha detto
che si trattava di un processo semplice o che l'attività o lo
stipendio non ne avrebbero risentito", ha aggiunto Adorni,
sottolineando che "qualsiasi tasso di povertà è orrendo" e che
"quando c'è un povero in Argentina è perché qualcuno ha fatto
delle cose sbagliate".
Secondo l'ultimo rilevamento ufficiale dell'Indec pubblicato
a marzo, l'Argentina ha chiuso il 2023 con un 41,7% della
popolazione sotto la soglia di povertà e un 11,9% sotto la
soglia di indigenza.
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