Il programma di
riaggiustamento macroeconomico portato avanti in Argentina dal
governo ultraliberista di Javier Milei rischia di mettere in
ginocchio la produzione industriale locale.
Lo avverte l'Unione industriali argentina (Uia), equivalente
della nostra Confindustria, segnalando che la politica di
apprezzamento del peso di fronte al dollaro sta pregiudicando
fortemente la competitività della produzione locale.
Tra i reclami dell'Uia, oltre ad una svalutazione del peso
che il governo cerca invece di evitare tenendo conto
dell'impatto sull'inflazione, anche una significativa riduzione
del carico fiscale, una riforma del lavoro e il miglioramento
delle infrastrutture.
A complicare ulteriormente lo scenario attuale, segnalano gli
industriali argentini, è la progressiva apertura delle
importazioni avviata negli ultimi mesi dal governo, che si somma
alla contemporanea svalutazione del real in Brasile, principale
competitor e partner commerciale nella regione. "Competiamo con
Paesi che hanno altre regole e condizioni, non chiediamo
privilegi né protezione, vogliamo uguaglianza di condizioni per
poter competere", ha affermato oggi il presidente dell'Unione,
Daniel Funes de Rioja, parlando nella riunione annuale degli
industriali.
"Esigiamo rispetto, siamo il settore che genera più
occupazione e apportiamo il 30% del gettito", ha affermato a sua
volta il presidente dell'Unione industriali della Provincia di
Buenos Aires. Nella platea, tuttavia, ad ascoltare le
rimostranze della Confindustria non c'era né il presidente,
Javier Milei, né il ministro dell'Economia, Luis Caputo, assenze
che non sono passate inosservate.
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