Il riconoscimento dello Stato Palestinese è stato senz'altro uno dei temi principali dell' incontro, ma dopo oltre mezz'ora di colloquio con il premier Matteo Renzi non c'è stata nessuna dichiarazione. Si conclude così a Palazzo Chigi la prima delle tre giornate romane di Abu Mazen senza che trapeli nulla degli argomenti discussi dal presidente palestinese prima con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, poi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e infine con il presidente del Consiglio. Non una parola. Eppure di questioni aperte ce ne sono molte. A partire dal riconoscimento dello Stato di Palestina da parte italiana, lasciato a metà dopo il voto in parlamento del 27 febbraio scorso, quando erano state approvate due mozioni. Quella del Pd che non impegnava esplicitamente il governo a riconoscere la Palestina, ma piuttosto a "promuoverne" il riconoscimento. E una seconda, quella di Ap-Sc, con il parere favorevole del governo e assai più vincolante, che legava il riconoscimento dello Stato palestinese al raggiungimento di un'intesa tra Al-Fatah e Hamas. Difficile pensare che non se ne sia parlato. Anche perché il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dei Paesi europei pesa sul confuso destino del negoziato con Israele, assieme alle mosse in ordine sparso della diplomazia internazionale. E' di oggi l'annuncio da parte dell'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Federica Mogherini di una visita a Gerusalemme e Ramallah, il 20 e 21 maggio, insieme al nuovo inviato dell'Ue Federico Gentilini, per rilanciare il processo di pace. Ma la consegna è del silenzio quando Abu Mazen lascia Palazzo Chigi tra imponenti misure di sicurezza. Oggi da Israele arriva la composizione del nuovo governo di Benyamin Netanyahu, mentre in Cisgiordania si ricorda la 'Nakba' - la 'catastrofe' dell'esilio di centinaia di migliaia di palestinesi dopo la nascita dello Stato di Israele 67 anni fa - tra proteste e scontri con le forze israeliane. Guerra e, ogni tanto, prove di pace. A Gerusalemme, Betlemme, Nazareth, Ramallah ci si prepara anche per la festa di domenica, quando in Vaticano ci sarà la canonizzazione delle prime due suore palestinesi: suor Marie Alphonsine Danil Ghattas di Gerusalemme e suor Miriam Baouardy della Galilea. Alla cerimonia sarà presente Abu Mazen che già domani, 16 maggio, sarà sarà ricevuto in udienza da Papa Francesco, alle 10.30 nel Palazzo apostolico vaticano. E' un momento felice delle relazioni tra Palestina e Vaticano. Due giorni fa l'intesa sul testo dell'accordo globale con la Santa Sede per libertà di azione della Chiesa, giurisdizione, statuto personale, luoghi di culto, questioni fiscali e di proprietà. Un accordo che costituisce una conferma del riconoscimento da parte vaticana nei confronti dello Stato di Palestina, in continuità con la posizione della Santa Sede al momento della risoluzione Onu che riconosceva la Palestina quale Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite il 29 novembre 2012.
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