"Sono libera, me la sono cavata con poco: una notte in carcere, dove sono stata trattata benissimo". Lo ha detto Cristina Cattafesta, a Radio Capital. La donna era stata fermata in Turchia dove si trovava per svolgere attività di osservazione elettorale per il principale partito filo-curdo del Paese, l'Hdp.
"Hanno montato un caso per niente: durante un normale controllo di polizia per strada, hanno visto sul mio profilo Facebook una bandiera del Pkk e mi hanno accusato di fare propaganda terroristica. Mi hanno accusato di connessioni con il Pkk. Gli ho detto - continua Cattafesta alla radio - che non era vero, e che il fatto di pubblicare foto su Facebook non è un crimine".
"Li ho sfidati, gli ho chiesto di cercare sulle mail o sul mio cellulare una prova che io abbia un contatto anche lontanissimo con una persona legata al terrorismo. Non sono stati in grado di farlo", prosegue l'italiana. "Secondo me volevano creare un caso politico dal niente, volevano intimidire eventuali osservatori internazionali". E adesso? "Aspetto la decisione dell'ufficio immigrazione. Mi diranno se verrò espulsa subito oppure se, semplicemente, non potrò rientrare nella regione di Batman".
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