Difficile immaginarlo ora, ma si lavora ad un futuro post-bellico in Medio Oriente. Un futuro in cui hanno un ruolo anche i Carabinieri italiani che potrebbero riprendere ad addestrare le forze di polizia palestinesi a Gerico, in Cisgiordania. "Ma solo se ci sono le condizioni di sicurezza", ha puntualizzato il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Una delegazione coordinata dal Comando operativo di vertice interforze è stata inviata nell'area nei giorni scorsi per valutare la situazione. La missione Miadit nel polo addestrativo di Gerico è durata per anni. Partita nel 2014, ha consentito di formare, addestrare e specializzare circa 5mila appartenenti alle forze di polizia palestinesi su temi come le tecniche di polizia, la gestione dell'ordine pubblico, le tecniche investigative, la protezione del patrimonio culturale.
È stata interrotta una settimana dopo l'attacco del 7 ottobre lo scorso anno per il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza. Ora c'è la richiesta degli Stati Uniti all'Italia di 200 militari, fatta direttamente dal segretario di Stato Antony Blinken.
I Carabinieri nel tempo hanno costruito relazioni solide con i responsabili della sicurezza locali che - nella prospettiva di un cessate il fuoco - sono ritenute utili dall'ufficio americano di Gerusalemme, che si coordina con il governo di Israele e l'Autorità palestinese per rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza. Ovviamente la situazione incendiaria in Medio Oriente rende problematico il progetto, che tuttavia va avanti. Il sopralluogo della delegazione del Covi (8 persone tra carabinieri, medici e addetti alla logistica) ha verificato gli aspetti logistici, in attesa che si creino condizioni favorevoli per la riapertura della missione.
"Ma non manderemo mai una sola persona - ha garantito Crosetto - senza valutare prima le condizioni di sicurezza. La missione deve essere voluta da tutte le parti in campo, tutti gli attori devono sapere che i carabinieri vanno per fare qualcosa che serve, per formare il tessuto per costruire il futuro che sono due popoli e due Stati". "Le forze di polizia - ha sottolineato il ministro - sono lo scheletro per formare un futuro Stato. Questa è l'ottica con cui andiamo e andiamo se siamo rispettati da tutte le parti. Possiamo dare la nostra expertise per costruire queste forze di polizia e siamo onorati che tra tutto il mondo abbiano scelto i carabinieri italiani, ma lo facciamo solo se ci sono le totali condizioni di sicurezza. Siamo lì - ha aggiunto - a fare un servizio alla comunità internazionale per costruire un futuro di pace. E lo facciamo solo se abbiamo la sicurezza che i nostri uomini possano svolgerlo con tranquillità e serenità".
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