La Ethical fashion initiative
(Efi) dell'International trade centre (Itc), insieme
all'Ambasciata d'Italia e all'Ufficio regionale di Nairobi
dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics),
hanno lanciato oggi "Designing the Future", una nuova iniziativa
triennale finanziata dal governo italiano per promuovere la moda
sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro in Kenya.
L'evento si è svolto presso il centro di formazione Don Bosco
di Nairobi, alla presenza della segretaria permanente del
Dipartimento di Stato per le medie e piccole imprese, Susan
Mang'eni, della segretaria di Gabinetto Mercy Wanjau,
dell'ambasciatore d'Italia in Kenya, Roberto Natali, del
Titolare della sede regionale dell'Aics a Nairobi, Giovanni
Grandi e del rappresentante delle Nazioni Unite in Kenya,
Stephen Jackson.
L'iniziativa replica il modello sviluppato da Efi per
rafforzare gruppi di artigiani, piccoli produttori e
imprenditori, con particolare attenzione a donne e giovani,
attraverso sistemi di progettazione e produzione circolari.
L'iniziativa di rivolge a 2.500 persone provenienti da comunità
svantaggiate in tutto il Paese, che beneficeranno di formazioni
specializzate nell'ottica di garantire migliori condizioni di
lavoro e maggiore accesso al mercato e ad aziende di moda di
calibro internazionale.
L'Ambasciatore Natali ha sottolineato che questa iniziativa
segna un'ulteriore tappa fondamentale nella rinnovata attenzione
al continente africano e al popolo amico del Kenya nel quadro
del Piano Mattei per l'Africa. Giovanni Grandi ha affermato:
"Valorizzando artigiani, piccoli produttori e imprenditori, il
nostro obiettivo è favorire una crescita economica inclusiva e
sostenibile. Occupazione e creazione di imprese rappresentano
uno dei pilastri dell'impegno della Cooperazione Italiana in
Kenya, e attraverso questa iniziativa puntiamo a sfruttare il
potenziale offerto dall'incredibile spinta imprenditoriale del
Kenya e della sua giovane popolazione".
"Gli artigiani kenyani sono creativi di fama mondiale; ciò
che a volte manca è l'accesso ai mercati e ai sistemi
internazionali, che permetterebbero di portare la loro
produzione al livello successivo. Questa iniziativa favorirà
proprio questo, avvicinando le competenze locali a quelle
internazionali, portando vantaggi reciproci a livello di sistema
globale della moda", ha dichiarato Stephen Jackson. "Lavorare
con le piccole e medie imprese keniane, in particolare quelle
che impiegano donne e giovani, e consentire loro di migliorare
la loro competitività nel commercio nazionale, regionale e
globale, è una pietra miliare per la crescita economica del
nostro Paese", ha concluso Susan Mang'eni.
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