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La California deciderà chi controlla il Congresso

La California deciderà chi controlla il Congresso

Dem lottano per strappare ai repubblicani 5 distretti in bilico

LOS ANGELES, 31 ottobre 2024, 21:49

Redazione ANSA

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La California non è uno stato in bilico: l'ampia maggioranza dei suoi 27 milioni di aventi diritto è schierata con Kamala Harris. Il 5 novembre, il Golden State non mette quindi in discussione la corsa alla Casa Bianca, ma sarà cruciale per decidere il futuro di Capitol Hills. Gli elettori sono chiamati ad eleggere alcuni rappresentanti per il Congresso e, nello stato più ricco e popoloso d'America, ci sono almeno sei distretti in bilico. Cinque di questi sono occupati da repubblicani. Al partito Democratico basterebbe espugnare quattro di queste circoscrizioni, per riprendere il controllo della Camera a Washington.
    Il repubblicano Mike Garcia ha conquistato il distretto n.
    27, al margine settentrionale della contea di Los Angeles, per 333 voti nel 2020 e per 12 mila preferenze nel 2022. I democratici cercano di strapparglielo con un nuovo sfidante, George Whitesides, ex amministratore delegato della compagnia di turismo spaziale Virgin Galactic, che ha investito nella campagna oltre un milione di dollari di tasca propria.
    A Orange County, la deputata repubblicana Michelle Steel sta lottando per mantenere il suo seggio anche grazie ai 2,8 milioni donati da un gruppo di aziende di criptovalute. Lo sfidante Derek Tran, avvocato, figlio di rifugiati vietnamiti, è emerso da primarie molto combattute e sembra in vantaggio.
    Il vicino distretto di Irvine, vacante dopo che la deputata democratica ha perso il seggio per correre per il senato, potrebbe invece colorarsi di rosso: il repubblicano Scott Baugh aveva perso per un soffio due anni fa e sembra ora in vantaggio contro il democratico Dave Min, senatore a Sacramento.
    Le altre tre circoscrizioni vedono il deputato repubblicano in carica insidiato da un candidato democratico in vantaggio nelle intenzioni di voto. Ma il voto disgiunto tra Presidenza e Congresso è proprio quello che ha fatto perdere questi seggi due anni fa. I democratici sperano che il nome della vicepresidente, nata in California, dove è stata eletta procuratrice generale e poi senatrice, convinca gli elettori a votare dem in entrambe le schede.
   

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