"Ho criticato con fermezza,
supportato dalle categorie professionali interessate", in primis
i commercialisti, "l'obbligatorietà per le imprese private che
abbiano ottenuto almeno 100.000 euro di contributi pubblici di
sostituire un membro del collegio sindacale con un esponente
nominato dal ministero dell'Economia, senza ottenere alcun
riscontro da parte del governo, nonostante la norma stia creando
preoccupazione tra imprenditori e professionisti", ma "la
preoccupazione cresce ulteriormente per la norma che prevede,
per le stesse imprese, addirittura una limitazione delle spese e
degli investimenti".
Lo dichiara il deputato del Misto Andrea de Bertoldi,
componente della Commissione Finanze, in merito ad una norma
della manovra economica che considera "un'assoluta ingerenza
nelle libere iniziative imprenditoriali, con possibili profili
di incostituzionalità. Peraltro lo stesso comma fa poi
riferimento ai contributi ricevuti nel 2025, quindi deliberati
in anni precedenti, determinando pure una retroattività - de
facto - che viola il legittimo affidamento dell'imprenditore
sulla normativa esistente", aggiunge, sostenendo che su questo
tema "la politica ed il Parlamento non possono restare in
silenzio".
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