Prima acampada in via dei Fori Imperiali, poi vicino al Senato. I Movimenti per la casa e le realtà antagoniste si preparano così al corteo di sabato che sfilerà per le vie di Roma per dire no al piano casa del ministro Lupi che, tra l'altro, introduce il reato penale per chi occupa. Ma sabato sarà anche la sede per contestare il piano lavoro del ministro Poletti, oggi all'approvazione della Camera.
Proprio stamani c'è stata una protesta alla presentazione di "Garanzia Giovani" con oltre 20 identificati dalla polizia e poi nel pomeriggio si è svolto sit davanti a Montecitorio di studenti e precari, che per domani annunciano un flash mob davanti alla Cassa Depositi e Prestiti. Tutte azioni preparatorie a sabato dove studenti, sindacalismo di base ed i vari movimenti, parteciperanno alla manifestazione nazionale dal titolo "Per i Beni Comuni e contro le privatizzazioni".
In piazza la protesta si intensifica, anche se i due decreti per i manifestanti sono solo l'occasione per cominciare una "campagna" contro le politiche del governo Renzi che non garantisce, a loro dire, "i diritti primari dei cittadini". Nel primo pomeriggio i movimenti per la Casa sono tornati nel centro di Roma, tra via dei Fori Imperiali e piazza Venezia, ed hanno sfilato in corteo fino in prossimità del Senato, a piazza Sant'Andrea della Valle, dove si sono accampati - e annunciano che vi rimarranno fino a quando il dl casa sarà approvato, anche a notte inoltrata - con tende e sacchi a pelo.
Contemporaneamente precari e studenti si sono dati appuntamento davanti a Montecitorio per un'assemblea che contesta il decreto lavoro e soprattutto "il famigerato Jobs Act".
La protesta avrà il suo culmine sabato, sempre a Roma in un corteo che ufficialmente è autorizzato a sfilare da piazza della Repubblica fino a piazza del Popolo. Ma l'intenzione degli organizzatori è ben diversa. E l'annuncio era già oggi nello striscione che apriva il corteo dei Movimenti per la Casa: "Liberiamo Roma dai divieti". I promotori, infatti, avevano richiesto che il corteo potesse sfilare sotto le sedi della Cassa Depositi e Prestiti e del Ministero delle Finanze, "due luoghi simbolo - hanno spiegato - delle privatizzazioni,della precarizzazione del mercato del lavoro e in generale della mercificazione dei beni comuni. Nonostante le garanzie fornite rispetto alle modalità pacifiche del corteo, la Prefettura in particolare si ostina a respingere la richiesta per cui ad oggi la manifestazione risulta autorizzata ma non prevede il passaggio sotto i due luoghi simbolici". E i promotori ritengono che su tale decisione pesi l'intervento del Ministero dell'Interno, e in particolare di Alfano, che "più volte nelle ultime settimane ha annunciato provvedimenti tramite i quali restringere le possibilità di manifestazione".
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