E' stata la ex Cirielli a tagliare i termini di prescrizione per la gran parte dei reati, che ora in tanti, a cominciare dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, vogliono che siano modificati. Si tratta della contestata riforma del 2005, che venne approvata dall'allora maggioranza di centro-destra, dopo quattro letture tra Camera e Senato e le proteste dell'opposizione, dei magistrati e degli avvocati penalisti (questi ultimi soprattutto per i limiti introdotti ai benefici penitenziari per i recidivi).
Era stata battezzata "salva-Previti", perchè sembrava tagliata su misura per l'allora senatore azzurro alle prese con il processo Imi-Sir. Ma all'ultimo momento fu approvata una norma transitoria che escludeva l'applicazione delle nuove norme ai processi in corso (anche se poi Previti ottenne gli arresti domiciliari per effetto di un'altra norma della ex Cirielli che escludeva il carcere per un ultrasettantenne, in presenza di precise condizioni).
La riforma ha cambiato alla radice il sistema di calcolo della prescrizione: mentre prima esisteva un termine di prescrizione base per fasce di reati (uguale per esempio per tutti i reati a cui dovesse essere applicata una pena tra i 5 e i 10 anni), con le norme introdotte nel 2005 il termine deve corrispondere al limite massimo della pena edittale prevista per il singolo tipo di reato. Si e' poi ridotto dalla metà a un quarto l'aumento della prescrizione che ricorre per le varie interruzioni (per esempio dopo la sentenza di primo grado). Il risultato complessivo è che mentre per i reati gravi che hanno pene elevatissime (come quelli che riguardano la droga) la prescrizione e' diventata lunghissima, e' stata invece drasticamente ridotta per la maggior parte degli altri illeciti penali. Alcuni esempi: la ricettazione e' passata da 15 a 10 anni; la calunnia e la falsa testimonianza da 15 a 7 anni e mezzo, una soglia bassa condivisa allora anche dai reati di corruzione (ma la legge Severino ha cambiato la materia aumentando le pene). Numeri che fecero parlare l'allora presidente della Cassazione, Nicola Marvulli, di un'amnistia mascherata e il Csm di una riforma "dagli effetti devastanti".
Diverse norme della ex Cirielli sono cadute a seguito di interventi della Consulta, che hanno riguardato soprattutto l'irrigidimento dei benefici penitenziari per i recidivi; con l'ultimo che risale al maggio scorso la Corte costituzionale ha bocciato un'anomalia della legge: tempi di prescrizione per alcuni reati (come l'incendio) più lunghi nelle ipotesi colpose (che sono meno gravi) rispetto a quelle dolose.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA