Flavio Tosi alza i toni dello scontro, Matteo Salvini invia segnali distensivi. Passa così la vigilia del consiglio della Liga Veneta che domani sera dovrà, o meglio dovrebbe, mettere nero su bianco le liste della Lega Nord per le elezioni regionali in Veneto. Una guerra di nervi senza quartiere e senza escludere colpi di scena finali. Ma anche questa sera Salvini ha teso la mano al sindaco di Verona: "conto che giochi la partita insieme a noi, che lavori con noi", ha detto alle Invasioni barbariche, facendo sapere che domani incontrerà Tosi. Il messaggio del leder leghista è chiaro: dobbiamo essere tutti uniti contro il vero "nemico" che è all'esterno del Carroccio e che si chiama Renzi. Quindi l'auspicio di Salvini è che nella riunione veneta di domani non si arrivi a "litigare" o, peggio, a spaccare la Lega.
Ma il sindaco ribelle di Verona, sempre più antagonista di Salvini e del governatore veneto uscente Luca Zaia, affila le armi: su suo mandato, tre consiglieri regionali a lui fedeli lasciano il gruppo del Carroccio in Regione per fondarne uno autonomo, "Veneto unito", a causa della "deriva a destra di Salvini" ed "a sostegno di Tosi". E' la risposta alla lettera inviata ieri dalla segreteria federale leghista che ha intimato allo stesso Tosi e a chi gli è vicino di lasciare la fondazione "Ricostruiamo l'Italia" a meno che non vogliano essere espulsi dalla Lega. Una condizione inaccettabile per il sindaco di Verona che, a questo punto, è tentato dall'ipotesi di scegliere in autonomia ("come prevede lo statuto della Liga", spiegano i suoi) i candidati leghisti per le regionali. A Milano si gioca a parti invertire. Salvini butta acqua sul fuoco. "Mi auguro che domani tutti facciano la loro parte. Io ho stima di Tosi, come sindaco e come dirigente politico, e credo che se faremo una campagna seria a fianco di Zaia, come ci chiedono i veneti, per Flavio Tosi ci sarà tanto futuro in Lega, nel rispetto delle diversità". Apparentemente una mano tesa. Ma la minaccia di Tosi ha messo in allarme il partito in Veneto: nel consiglio di domani il primo cittadino scaligero dovrebbe contare su una maggioranza schiacciante (14 consiglieri su 18) che gli permetterebbe l'approvazione di liste di suoi candidati. Ipotesi che Luca Zaia e Stefano Bitonci guardano come fumo negli occhi malgrado la presenza del "mediatore/commissario" Giampaolo Dozzo alla riunione. I due domani non andranno alla riunione con l'intenzione di invalidarla: "La convocazione e la stessa validità del consiglio nazionale della Liga sono inficiati dalle decisioni prese dal consiglio federale di Milano", spiega apertamente Bitonci. E' un problema non da poco. Se si arrivasse davvero all'approvazione delle liste di Tosi , Salvini sarebbe costretto ad invalidarle e a commissariare la Liga Veneta. Se così fosse, non è da escludere che i candidati indicati da Tosi presentino un ricorso contro Salvini in tribunale. Insomma, lo scontro Tosi-Salvini finirebbe nelle aule di un tribunale proprio alla vigilia del voto regionale. Un guaio per i leghisti, lombardi e veneti. La via d'uscita potrebbe essere una coalizione a sostegno di Zaia governatore, appoggiata da Lega, FI e Fdi; mentre la lista Tosi correrebbe a sostegno. Tosi porterebbe con sé Ncd e Corrado Passera, risolvendo anche un problema ai centristi. Angelino Alfano è pronto ad appoggiare la liste del sindaco veronese anche se questi corresse da solo ma rischierebbe di perdere pezzi del partito. Gli esponenti di Ncd ed Udc in Veneto, infatti, sono tentati dalla creazione di liste civiche pur di seguire Zaia, anche a costo di non seguire la linea del partito decisa a Roma. L'ultima parola spetta a Salvini anche se - spiegano fonti interne - il segretario leghista è convinto che Zaia possa vincere le regionali anche senza Tosi ed Ncd.