L'idea di tornare a Roma e dover far fronte al caos dentro Forza Italia non lo allettava per niente. Ma il rischio di una rivolta della cosiddetta 'vecchia guardia' alla vigila della campagna elettorale per le regionali, ha costretto Silvio Berlusconi a rientrare a cambiare i programmi. Ma, neanche il tempo di rientrare a palazzo Grazioli e fare il punto con lo stato maggiore del partito che da palazzo Madama arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia dell'addio a Forza Italia, questa volta ufficiale e irrevocabile, di Sandro Bondi e Manuela Repetti. I due compagni nella vita e per molto tempo considerati tra le persone più vicine all'ex capo del governo ufficializzano la loro iscrizione al gruppo Misto. Raccontano da palazzo Grazioli che Berlusconi non ne sapesse nulla. Nemmeno una telefonata per avvisarlo tanto che la notizia lo avrebbe colto di sorpresa. Un mix di rabbia e amarezza, così viene descritto l'ex capo del governo, per la decisione presa dai due esponenti azzurri: e questa sarebbe la loro riconoscenza, avrebbe commentato lapidario l'ex capo di governo con i suoi consiglieri. Che i rapporti non fossero più quelli di una volta però era cosa nota, Bondi non aveva risparmiato critiche al cosiddetto 'cerchio magico' nei mesi scorsi e la Repetti era arrivata, meno di un mese fa, ad annunciare con una lettera al Corriere l'addio al partito. La decisione, quella volta, rientrò in extremis dopo un lungo incontro ad Arcore con Berlusconi.
L'addio dei due senatori azzurri rappresenta solo l'ultima di una serie di prese di posizione contro il cosiddetto cerchio magico costituito dai consiglieri dell'ex capo del governo. Qualche giorno fa era stato un altro big del partito come Paolo Romani a lanciare una dura invettiva su quello che ormai è diventato il partito del Cavaliere. Oggi è lo stesso presidente dei senatori azzurri a gettare acqua sul fuoco mettendo però bene in chiaro che il suo era "un appello accorato e sofferto". Nessuna voglia di litigare dunque, tanto che il capogruppo azzurro invia il testo tanto vituperato del suo intervento a Milano con allegata una nota in cui si ribadisce la volontà di voler "contribuire al dibattito interno al partito". La tensione resta comunque alle stelle. E se Denis Verdini tace, aspettando di capire le 'mosse' di Berlusconi, chi si prepara a dare battaglia è Raffaele Fitto.
Il capo dei frondisti è in attesa di capire le intenzioni del vertice di Fi sulla composizione delle liste, tenendo però sempre pronta la carta di una sua discesa in campo in Puglia contro il candidato ufficiale del partito, Francesco Schittulli. Le sommosse interne però non preoccupano Berlusconi, sempre più convinto che la sua 'creatura' abbia bisogno di essere rinnovata. In questa direzione si è mossa la tesoriera Mariarosaria Rossi stabilendo i criteri per essere candidati alle elezioni regionali su cui è partita la rivolta interna. Ed in base alle linee impartite dall'ex premier che si muove anche Giovanni Toti. Il consigliere di Fi non mostra alcuna preoccupazione per l'addio del duo Bondi-Repetti: "Quello che non posso accettare - spiega ai microfoni de ilfattoquotidiano.it - e' un dibattito su cui tutti parlano di rinnovamento e nessuno vuole rinnovare nulla. E' evidente che non si deve radere al suolo nulla della casa, perche' fondamenta e pareti sono solide, bisogna rinnovare l'arredo interno, la vernice vecchia". Lo psicodramma interno a Fi però non impedisce a Berlusconi di stringere sulle alleanze. Anzi la richiesta ai suoi è proprio quella di lavorare alla chiusura dell'accordo con Salvini. Domani i due dovrebbero risentirsi dopo il faccia a faccia di domenica ed ufficializzare la corsa insieme in Veneto con Luca Zaia e in Liguria con Toti pronto a scendere in campo al posto di Rixi. In Toscana la Lega non rinuncia al suo candidato evitando però di presentare liste di disturbo in Campania dove Fi punta a riconfermare Stefano Caldoro.
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