"Se ci sono dei problemi si fermano i colpevoli, non le opere". Lo scrive, nella sua Enews, il premier Matteo Renzi tornando sull'inchiesta Tempa Rossa. "È evidente il tentativo di far passare il messaggio che in politica tutti sono uguali. Ma io resto tenacemente attaccato alla realtà", sottolinea Renzi che aggiunge: "troppo spesso abbiamo bloccato le opere pubbliche e private, lasciando in libertà i responsabili. Con noi al Governo la musica è cambiata". "Rivendico con forza lo sblocco di Tempa Rossa come rivendico di aver sbloccato con leggi e emendamenti Expo, la variante di Valico, Pompei, il Bisagno, le iniziative contro il dissesto e per le bonifiche, la Napoli Bari, il Quadrilatero, Fiumicino, l'aeroporto di Venezia", scrive il premier che sottolinea: "Il mio rammarico? Averne sbloccate meno di quante avrei voluto. Ma sarà la nostra priorità per i prossimi due anni. Perché ho fatto il Sindaco e so che l'unico modo per essere credibili con la propria gente è far sì che le cose accadano, non andare a fare i comizi in tv". Abbiamo sbloccato decine di opere pubbliche e private che altrimenti sarebbero costate miliardi agli italiani. Non sprecare ciò che abbiamo è la prima regola del gioco, da quando siamo noi al Governo. Se un'opera di interesse pubblico si blocca, non è che non paga nessuno: al contrario, paghiamo tutti". Lo scrive, nella sua enews settimanale, il premier Matteo Renzi ricordando inoltre alcuni interventi fatti dal governo nell'ambito della giustizia: "Abbiamo reso più dure le pene per chi corrompe o è corrotto, abbiamo reso operativa l'autorità nazionale anticorruzione scegliendo Raffaele Cantone, abbiamo introdotto i reati ambientali che prima non erano previsti dal Codice".
Botta e risposta Renzi-M5S - "Loro pensano che basti ridirle perché gli italiani ci credano. Ma non è così: gli italiani sanno riconoscere chi fa teatrini e chi fa politica. Solo che noi dovremo ogni giorno dire e ribadire che quella non è la verità. Dovremo chiedere che quando arriveranno i processi per le loro incredibili e squallide accuse, loro rinuncino alle immunità parlamentari per essere giudicati, da cittadini come amano essere chiamati". Lo scrive Matteo Renzi nella sua e-news parlando del M5S. 'Noi voteremo qualsiasi altro documento che chieda le dimissioni del governo Renzi'. I cinque stelle a testa bassa contro il premier, 'Assurdo che il governo faccia votare la settimana prossima la riforma Costituzionale'. M5s chiede un incontro urgente a Mattarella affinché venga posticipata la discussione. Il Pd fa sapere intanto che querelerà l'onorevole Sibilia. Resta infuocato il versante delle presunte pressioni a membri del governo emerse dall'inchiesta Petrolio in Basilicata. Delrio, che ha presentato un esposto per sapere se c'è stato un dossieraggio contro di lui, in un'intervista ha chiesto che venga fatta luce: 'Voglio la verità, si accerti se davvero pezzi dello Stato tramano contro altri pezzi dello Stato
M5s, Colle blocchi voto su riforme - "Trivellopoli è un caso di corruzione che può avere conseguenze più gravi di Tangentopoli. Ed è assurdo che un governo la cui esistenza è appesa a un filo faccia votare la settimana prossima la riforma Costituzionale. Per questo chiediamo un incontro urgente al presidente della Repubblica Mattarella affinché rivolga un monito alla Camera e chieda di posticipare la discussione sulle riforme a dopo le votazioni sulla mozione di sfiducia al Senato". Lo dice il capogruppo dei Cinque stelle alla Camera Michele Dell'Orco.
"Lo scandalo dell'inchiesta petroli - ha detto da parte sua la capogruppo al Senato Nunzia Catalfo - non si può risolvere con le sole dimissioni del ministro Guidi. Noi vogliamo che il governo venga messo di fronte alle sue responsabilità e che la mozione di sfiducia si voti immediatamente. Il governo è parte di un comitato d'affari che si allarga a macchia d'olio che va da Nord a Sud e che agevola solo interessi privati". "Il governo vorrebbe allontanare la discussione non prendendosi la sua responsabilità: invece si deve discutere della mozione di sfiducia adesso e non dopo il referendum sulle trivelle".
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