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Quando Villari nel 2008 si asserragliò per tre mesi alla presidenza della Vigilanza Rai

Quando Villari nel 2008 si asserragliò per tre mesi alla presidenza della Vigilanza Rai

Eletto con la contrarietà del Pd fu espulso ma continuò a guidare l'organismo fino alle dimissioni di tutti i componenti

06 aprile 2017, 13:59

Redazione ANSA

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Era il 2008 quando in Commissione di Vigilanza Rai si verificò un caso che potrebbe rivelarsi 'simile' a quello di Salvatore Torrisi, eletto presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato senza l'accordo del Pd e con i voti della minoranza, quello di Riccardo Villari.

Il Senatore Dem fu eletto alla presidenza della Vigilanza Rai, organismo di garanzia e che dunque prevede nel fair play istituzionale di andare all'opposizione, il 13 ottobre 2009 dopo 5 mesi di fumate nere con la minoranza che aveva messo in campo la candidatura di Leoluca Orlando. Villari viene eletto con i voti della maggioranza e il placet Silvio Berlusconi. Villari, contestato dal Pd, si asserraglia alla presidenza della commissione, e viene espulso dal partito. Ma tira dritto e inizia a guidare la commissione, audendo presidente e dg della Rai, e gestendo tutta l'ordinaria amministrazione. Di fronte al pressing, a tutti i livelli istituzionali (in una intervista dirà "sono stato assediato tre mesi dalla casta"), Villari non cede. 

La soluzione per riuscire a 'cacciarlo' che le forze politiche, mesi dopo, troveranno è contorta ma funziona. Il 20 gennaio 2009 tutti i componenti della commissione (tranne tre), si dimettono rendendo così impossibile il lavoro della commissione. A quel punto, dopo che i Radicali (ai quali nel frattempo Villari si è iscritto) hanno occupato San Macuto e dato corpo a scioperi della fame per difendere il funzionamento dell'organismo parlamentare, la giunta per il regolamento decreta che va ricomposta. Villari annuncia ricorso alla Consulta ma senza ottenere risultati. Il 4 febbraio 2009 Sergio Zavoli viene eletto nuovo presidente della nuova commissione di Vigilanza Rai. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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