"Un centro-destra aperto e inclusivo: una coalizione diversa e lontana dai difetti della vecchia politica", sempre "liberale, saldamente ancorato alla grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa" e, sopratutto, "unito sul programma". Silvio Berlusconi prepara il suo rientro in campo e approfitta della manifestazione dei giovani azzurri per un primo antipasto del suo imminente nuovo impegno politico. "Abbiamo di fronte mesi decisivi" avverte il Cavaliere. Non c'è solo il destino della Sicilia in cima alle sue preoccupazioni: quello che lo interessa è smussare le frizioni nel partito e con i futuri alleati, partendo dalla costruzione di una proposta che riparta soprattutto dai temi della politica economica.
Modelli su cui sta ragionando assieme ad un gruppo di 11 'saggi' che ha riunito in un think tank guidato dall'ex presidente dei giovani di Confindustria, Francesco Ferri. Sarà un "programma nel quale vi sono meno tasse, meno burocrazia, meno Stato dove ce n'è troppo" ma anche "più sicurezza, più difesa della nostra identità, più tutela dei deboli, quindi più Stato dove è necessario" dice strizzando l'occhio a Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E tranquillizzando la vecchia guardia. "Noi non siamo in politica per difendere l'esistente, ma per cambiarlo, anche al nostro interno, naturalmente tenendo conto della coerenza, dell'esperienza e della lealtà di chi ha ben meritato" dice nel messaggio inviato ai giovani di "Campus Everest" che invita ad essere "protagonisti, in prima persona, della nuova stagione politica, occupando ruoli di responsabilità, anche in Parlamento".
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