Mentre il professore arrestato a Roma per violenza sessuale a una sua alunna di 15 anni si difende parlando di "innamoramento" e "rapporto consenziente", Miur e sindacati annunciano tolleranza zero nei confronti di chi è colpevole di comportamenti ritenuti del tutto incompatibili con la funzione docente. "Un insegnante che ha molestato una studentessa non può rimanere al proprio posto" ha ribadito stamani in un tweet la ministra Fedeli che, in un paio di interviste sull'argomento, ha annunciato la linea dura con i professori responsabili di molestie: chi viene giudicato colpevole, dopo il procedimento disciplinare, sarà comunque licenziato". Una norma in questo senso dovrebbe essere inserita nel nuovo contratto per la scuola che si sta chiudendo proprio in questi giorni. "Non possiamo non essere d'accordo con la Ministra dell'Istruzione quando afferma che occorre allontanare dalla cattedra il docente che approfitta del proprio ruolo di educatore per stabilire con gli alunni rapporti eticamente e professionalmente inaccettabili e da punire severamente" affermano i sindacati della scuola sottolineando che "oggi esistono già le norme per procedere in questa direzione a partire dalla immediata sospensione dal servizio".
I segretari di Flc Cgil, Francesco Sinopoli, Cisl Scuola, Maddalena Gissi, Uil Scuola, Giuseppe Turi, Snals, Elvira Serafini "fermo restando che i comportamenti irresponsabili vanno prontamente e severamente sanzionati", ritengono necessario riaprire un confronto "sull'opportunità di sedi alle quali affidare, in un ruolo di esplicita terzietà, una valutazione dei comportamenti dei docenti che assicuri la piena salvaguardia delle prerogative connesse all'esercizio della libertà di insegnamento costituzionalmente garantita".
"L'occasione per riprendere una riflessione sul tema è data anche - aggiungono - dal confronto negoziale per il rinnovo del contratto, che potrà pertanto non limitarsi alla sola individuazione delle sanzioni da correlare alle condotte antidoverose, ma anche tentare di individuare sedi deputate all'esame dei casi concreti e in grado, per la loro specifica competenza, di mantenere l'azione disciplinare entro un quadro di piena tutela della libertà di insegnamento espressa nella relazione didattica, presidio di rango costituzionale ma prima ancora elemento di garanzia per la corretta formazione e la crescita delle nuove generazioni".
"Perplessità sotto il profilo costituzionale" sulla possibilità di licenziare i professori accusati di molestie, "almeno in assenza di una condanna di primo grado" è espressa dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Quello delle molestie, ha spiegato, "è un reato particolarmente infamante che se non fosse fondato segnerebbe una persona per tutta la vita".
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