La 'tassa sulle city car' è un blitz targato M5S. L'emendamento alla manovra approvato due sere fa in commissione Bilancio alla Camera è infatti stato sostenuto, subito dopo aver ricevuto l'ok in Parlamento, dal sottosegretario allo Sviluppo economico ed esponente pentastellato Davide Crippa che ai cronisti ha spiegato i dettagli della misura e rivendicato la paternità, ponendo l'accento soprattutto sugli incentivi a favore delle auto ecologiche: "l'emendamento è della Lega - dice - ma l'iniziativa è una cosa nostra".
Fatto sta che i deputati leghisti la proposta l'hanno firmata e votata (31 le firme in tutto dei deputati giallo-verdi), con il sostegno anche di Forza Italia e Fratelli d'Italia come si legge nei resoconti parlamentari.
A distanza di poco più di 24 ore e dopo lo stop arrivato da Matteo Salvini, in Transatlantico però gli stessi leghisti mostrano molti dubbi spiegando come la misura, a causa della tassa sulle auto più inquinanti, crei problemi all'intera filiera che, a partire dai concessionari del Nord, non ha nascosto le proprie contrarietà.
La proposta di modifica è in effetti composta da due sezioni distinte e appare sui generis: una prima parte è relativa alla pesca e al fermo biologico ed era quella originariamente sostenuta dai leghisti, a cui si è aggiunto un nuovo articolo sul "bonus-malus" delle emissioni di CO2 per le nuove autovetture portato dai pentastellati in zona cesarini in commissione. Che la novità sia il frutto del lavoro dei cinquestelle lo ha d'altro canto raccontato sia martedì notte che ieri su Facebook anche il sottosegretario M5s Michele Dell'Orco: "Da settembre insieme a Davide Crippa ci stavamo lavorando. Vi assicuro che non è stato semplice, tra burocrazia e politica". E che oggi, dopo la frenata arrivata anche da Luigi Di Maio che ha annunciato l'apertura di un tavolo con i costruttori, sottolinea però la disponibilità a migliorare la misura.
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