Ancora non è arrivata in Parlamento ma già, per la manovra, si preannuncia una corsa contro il tempo. Il governo giallorosso, in linea con i precedenti, ha già sforato il termine "ordinatorio e non perentorio" del 20 ottobre per consegnare alle Camere il disegno di legge di Bilancio. E, dopo che si è faticato a trovare un'intesa sul decreto fiscale collegato, è ragionevole immaginare che i tempi si allungheranno ulteriormente, anche perché, per stessa ammissione dei partiti, per la manovra ancora mancano "i dettagli".
Il primo testo su cui si dovranno confrontare le Camere dovrebbe essere comunque il decreto fiscale, che, chiuso l'accordo nella notte, si punta ora a mandare al Quirinale al più presto. Il provvedimento dovrebbe essere assegnato a Montecitorio, alla commissione Finanze guidata dalla M5S Carla Ruocco, sia perché la manovra partirà dal Senato (come vuole la regola non scritta dell'alternanza tra i due rami del Parlamento su chi per primo avvia l'esame della ex finanziaria) sia per evitare che il decreto possa incepparsi a Palazzo Madama, dove l'analoga commissione è presieduta dal leghista Alberto Bagnai.
L'esame di decreto e manovra dovrebbe quindi essere 'incrociato', anche se i tempi non per forza coincideranno. Per l'esame della legge di Bilancio, infatti, le due Camere hanno a disposizione un mese ciascuna (per l'esattezza 40 giorni in prima lettura e 35 in seconda): tempi che non vengono quasi mai rispettati alla lettera. Il primo appuntamento è comunque quello con le audizioni, dopodiché si entra nel vivo dell'esame solo quando vengono presentati gli emendamenti. Calendario alla mano, quest'anno la legge di bilancio dovrebbe incassare il primo ok a Palazzo Madama tra fine novembre e la prima settimana di dicembre per poi passare a Montecitorio.
Laddove i deputati decidessero di modificare ulteriormente il testo, servirebbe una terza lettura per l'approvazione finale, in tempi flash. Per evitare l'esercizio provvisorio, infatti l'esame della manovra si deve chiudere entro il 31 dicembre. Il percorso si incrocia anche con il vaglio del progetto di bilancio da parte della Commissione europea, che già ha scritto all'Italia chiedendo chiarimenti. Il governo risponderà mercoledì. Poi Bruxelles dovrà decidere, entro il 30 ottobre, se riscontra gravi violazioni del Patto di stabilità, bocciando, di fatto, la manovra, come accaduto lo scorso anno. Ma questo scenario non dovrebbe ripetersi. Possibile però che il carteggio tra Ue e Roma continui fino a fine novembre, quando la Commissione è chiamata a pubblicare il giudizio sui progetti di tutti i Paesi dell'Eurozona.
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