Luigi Di Maio rompe gli indugi e dopo giorni di indiscrezioni sui malumori della truppa parlamentare e sui dubbi che avrebbero maturato anche esponenti del governo a lui più vicini, decide di intervenire con il pugno duro. Se non bastano le smentite alla stampa sia avvertito anche chi, all'interno del Movimento, alimenta queste tensioni. "Chi di fronte alle vittime di Venezia e al dramma dell'Ilva preferisce guardarsi gli affari suoi, conosce la strada. Il movimento non lo piangerà" è l'avvertimento del capo politico ai riottosi che siedono in Parlamento. Soprattutto a quanti raccontano il loro disagio alla stampa.
Il M5s lavora "per cambiare il Paese" e "a testa bassa, non alimentando retroscena su qualche giornale compiacente" afferma Di Maio che assicura: "Sapevamo bene che sarebbe potuto succedere che qualcuno di noi pensasse più ai suoi interessi" ma "chi è interessato a fare il gioco degli altri e del sistema può accomodarsi in un partito". Il leader M5s, in ogni caso, nonostante le critiche che ormai sono sempre più aperte non teme gli attacchi né contraccolpi nel Movimento: "Non vedo pericoli di scissione".
Ma la critica verso cui "alimenta discussioni sui giornali anziché nelle sedi appropriate" è un tema che rilancia prima in un post e poi in alcune dichiarazioni da Washington. Soprattutto, è il suo ragionamento, "chi si presta a strumentalizzazione non fa che indebolire il governo e la stabilità della maggioranza". E' un tema questo su cui convergono molti parlamentari, anche quelli più critici: il timore che a tirare troppo la corda, ad esempio con l'ostruzionismo per l'elezione di un nuovo capogruppo a Montecitorio, si rischi di fare il gioco "del nemico", indebolendo il governo e aprendo la strada a nuove elezioni. Ed è il ragionamento di chi, pur con molti dubbi sulla gestione del Movimento, sa bene che "Di Maio è l'unico in grado di svolgere questo ruolo".
Intanto è fumata nera al vertice di maggioranza sulla giustizia, in particolare sul nodo della prescrizione. "Ci sono distanze - ammette il ministro della Giustizia Bonafede - ma ora si deve
accelerare". "Le posizioni sono ancora distanti" sulla riforma della prescrizione "ma cerchiamo di ricomporle coniugando rapidità dei processi e la previsione di meccanismi che assicurino che un processo non duri all'infinito", dice il sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis (Pd), al termine del vertice di maggioranza, spiegando che una nuova riunione ci sarà martedì. "È confermato che ci sono posizioni differenti" sul tema della prescrizione, aggiunge Michele Bordo, ma "stiamo facendo uno sforzo con il ministro sul tema delle garanzie" processuali.
"C'è stato un confronto tra le diverse forze di maggioranza con l'intento di arrivare a posizioni condivise sia sulla riforma sia sulla prescrizione. I toni sono stati cordiali e concilianti ma ognuno ha portato ovviamente le proprie posizioni: ci rivedremo martedì sera e cercheremo anche in quell'occasione di fare passi avanti", ha detto al termine del vertice di maggioranza sulla Giustizia la deputata di Italia Viva Lucia Annibali, all'incontro con il senatore Giuseppe Cucca.
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