"La domanda è se Di Maio pensi di Conte ancora quello che pensava quando lo ha proposto premier. Perché in una coalizione, con forze molto diverse, il presidente del Consiglio è il punto di equilibrio. Se è venuta meno la fiducia sarebbe più onesto intellettualmente dirlo, così che si possano produrre altre forme di gestione delle tensioni". Lo dice il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, intervistato dal Corriere della Sera, sulla tenuta del governo.
"Non hanno interessi né Renzi a votare, né Di Maio a tornare con Salvini, il quale ha appena chiuso un accordo organico con Meloni e Berlusconi. Siamo sempre dentro il giochino delle minacce - afferma -, della ricerca di visibilità e dei segnali indiretti. Senza rendersi conto che così si rischia di arrivare alle elezioni, quasi inavvertitamente".
Quanto alla sua proposta sulla prescrizione, "lavoriamo a un' intesa - dice -, sapendo che per noi la stella polare è tenere insieme vigenza della prescrizione e tempi certi del processo.
Proporremo una soluzione che possa rappresentare una quadratura del cerchio e su cui in settimana cominceremo a confrontarci.
Ricordo che l'attuale squilibrio è frutto di una scelta del ministro Bonafede, realizzata anche con i voti di Salvini.
Vogliamo sbloccare l'impasse, anche perché la riforma del processo proposta contiene molte cose buone".
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