E' stato rinviato alle 11 il Cdm per la proroga al 31 gennaio dello stato di emergenza e per il varo, appunto, del nuovo decreto con la cornice normativa delle misure sul Covid, si apprende da fonti di governo.
Il Consiglio dei ministri si terrà dopo il voto della Camera sulla risoluzione di maggioranza che autorizza il varo del Dpcm stesso. Lo ha detto, secondo quanto apprende l'Ansa, il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà alla Conferenza dei capigruppo della Camera.
La conferma di tutte le misure anti contagio finora previste, con l'introduzione dell'obbligo delle mascherine all'aperto. E, per ora, nessuna nuova stretta alle attività produttive. E' in sostanza quanto prevederà il nuovo Dpcm sul Covid, secondo quanto avrebbero riferito i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia alle Regioni, i Comuni, le Province. I ministri hanno ribadito un percorso di massima condivisione in ogni passaggio: ci si tornerebbe a confrontare se in futuro si rendesse necessaria una stretta agli orari di apertura dei negozi o ad altre attività, ma il nuovo dpcm, hanno spiegato i ministri, non prevederà nessuna limitazione in tal senso. Il nuovo Dpcm con le misure anti Covid dovrebbe avere una durata di trenta giorni. Il dpcm, ha sottolineato Speranza, arriverà solo dopo il confronto con le Camere e un nuovo passaggio con i rappresentanti di Regioni, Comuni e Province.
In caso di un pericoloso aggravamento dei contagi da Covid 19 il Governo potrebbe optare per delle "chiusure selettive", si legge nella bozza della NaDef che approderà in cdm. "Nello scenario di rischio, a differenza di quanto ipotizzato nello scenario tendenziale, la ripresa dei contagi osservata a partire da agosto si aggraverebbe sensibilmente nei mesi finali del 2020, portando anche al raggiungimento di livelli di guardia in termini di ricoveri ospedalieri. Ciò - si legge nel paragrafo dedicato al cosiddetto 'scenario avverso' - indurrebbe il Governo a reintrodurre chiusure selettive di alcuni settori e misure di distanziamento sociale".
Sulla scuola è intervenuta la ministra Lucia Azzolina a Nemmeno con un clic, ospite di Cinzia Leone sulla pagina fb M5S: "La riapertura in presenza della scuola è molto importante, era un dovere morale da parte di tutto il governo. Non è stato facile, dietro c'è stato un lavoro enorme da parte di tutti. Le prime due settimane, rispetto al contagio, ci danno dati buoni ma non dobbiamo festeggiare: bisogna rimanere molto cauti, avere massimo senso della responsabilità e rispetto delle regole fuori dalla scuola, abbiamo fatto tanta fatica per riaprire ora la scuola va protetta,deve rimanere aperta".
LA BOZZA DEL DL
L'obbligo di portare sempre con sé la mascherina quando si esce da casa e la possibilità per il governo di disporne l'uso obbligatorio anche all'aperto. E' quanto prevede la bozza del decreto legge che fornirà la cornice normativa al nuovo Dpcm anti Covid. All'articolo 1 si prevede infatti "l'obbligo di avere sempre con sé, al di fuori della propria abitazione, dispositivi di protezione individuale, con possibilità di prevederne l'obbligatorietà dell'utilizzo anche all'aperto allorché si sia in prossimità di altre persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli anti-contagio previsti per specifiche attività economiche e produttive, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande". Dall'obbligo sono esclusi i bambini sotto i sei anni, chi fa attività motoria e i soggetti con patologie e disabilità non compatibili con l'uso della mascherina.
Nei testi che il Governo si accinge a varare, secondo quanto si apprende, per chi non rispettasse l'obbligo di mascherina all'aperto dovrebbero essere previste sanzioni amministrative che vanno da 400 euro a 1000 euro.
Le regioni possono adottare solo misure anti contagio più restrittive di quelle disposte dai dpcm del governo. Possono adottarne di "ampliative", quindi più permissive, solo nei casi in cui i dpcm espressamente lo prevedano e previo parere conforme del comitato tecnico-scientifico: prevede sempre la bozza del nuovo decreto legge. Nel precedente decreto legge, approvato a luglio, era prevista la possibilità per le Regioni di introdurre sia misure più dure che misure più soft di quelle stabilite a livello nazionale. Ora quella possibilità scompare. In ogni caso le regioni devono "informare contestualmente il ministero della Salute".
La piattaforma unica nazionale Immuni - emerge dalla bozza - per l'allerta dei soggetti venuti in contatto con persone positive al Covid potrà restare operativa fino al 31 dicembre 2021. Si lega l'operatività dell'app Immuni alle "esigenze di protezione e prevenzione sanitaria, legate alla diffusione del Covid 19 anche a carattere transfrontaliero, individuata con dpcm e comunque entro il 31 dicembre 2021". Dopo la data tutti i dati personali devono essere "cancellati o resi definitivamente anonimi". Il termine precedente era fissato al dicembre 2020. La piattaforma dell'app Immuni, che serve a tracciare i contatti con persone positive al Covid, potrà dialogare con altre piattaforme europee che abbiano lo stesso scopo. L'art.2 della bozza corregge il precedente decreto Covid prevedendo: "E' consentita l'interoperabilità con le piattaforme che operano, con le medesime finalità, nel territorio dell'Unione europea". Gli alert sui contatti con i contagiati potranno così essere attivi anche per i cittadini che vadano all'estero.
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