Giuseppe Conte ricorda a Matteo Renzi e alla battagliera delegazione di Italia viva che siede di fronte a lui che quando il governo è nato, Iv non esisteva, era un pezzo del Pd. E Teresa Bellanova, raccontano fonti renziane, sbotta: "Basta con questa storia che siamo noi l'anomalia: la vera anomalia è avere lo stesso premier in due governi di colore politico opposto". E' un frammento dei quaranta minuti di incontro a Palazzo Chigi tra il premier e il senatore di Rignano. Un colloquio "franco e cordiale", dicono da Palazzo Chigi. Un passaggio breve e testo, nell'ambito della verifica di governo. Conte apre la via di un dialogo, alla luce delle proposte a lui recapitate da Renzi prima con una lettera, poi con un documento di cinque pagine. Tende una mano e apre a cambiamenti, a partire dalla cabina di regia del Recovery fund, ma cerca di disinnescare certi toni da "prendere o lasciare": non si farà logorare, ha chiarito alla vigilia. Ma il leader di Iv non vuole lasciare margini al dubbio che questa volta fa sul serio: il governo rischia. E così al premier chiede risposte "nei fatti", di merito e di metodo, entro i primi giorni di gennaio, dopo aver messo in sicurezza la legge di bilancio. Ma così, osservano preoccupati gli alleati, il rischio è solo logorarsi: il sospetto è che sia questo il vero obiettivo di Iv. Se il braccio di ferro con il premier non si scioglierà in un dialogo vero, si correrà verso una crisi al buio magari a fine gennaio. L'esito più probabile, però, avverte il Pd, non è un Conte ter o un "Draghi 1", ma le elezioni anticipate e la vittoria del centrodestra.
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