Ultimatum di Iv con Bellanova che invoca "risposte": "Per uscire serve discontinuità.
Radicale discontinuità, nei metodi e nel merito. Ed il compito di metterla in campo, ben oltre qualche post Fb ma con atti politici" spetta a Conte, scrive su Fb Bellanova (IV). "Il tempo è davvero finito" e "questa esperienza per me è archiviata", scrive. E invoca "risposte": "Arrivi questo benedetto Recovery Plan, ci si dia il tempo di valutarlo e ci si confronti in Consiglio dei Ministri. Anzi, ci si confronti anche sugli altri nodi" con "un patto di legislatura". "Se ci sarà tutto questo noi ci siamo. Diversamente l'esito è già scritto e la responsabilità solo di altri".
"Al Presidente del Consiglio chiediamo, ora sì, chiarezza di comportamento, capacità di rilanciare, onere della sintesi politica, affermazione del proprio ruolo di garanzia di tutte le componenti. In una parola: leadership. Perché a chi queste ore mi chiede che farà Italia Viva dico che la domanda è inversa: cosa risponde Conte? È Conte che deve dire. Noi abbiamo già detto", prosegue Teresa Bellanova. "Alle domande non è arrivata nessuna risposta, se non un Bignami di 13 pagine. Non c'è ad oggi alcun testo su cui valutare. Non c'è alcuna discontinuità, se non un post Facebook cui, per farlo comprendere, è dovuta seguire un'agenzia di stampa chiarificatrice. Il tempo è davvero finito. E questa esperienza per me è archiviata, perché sono insostenibili questi metodi e queste incertezze sul merito, questo giocare a un rimpiattino intollerabile e offensivo, che toglie forza e credibilità a questa maggioranza. Che ha solo una strada obbligata: guardarsi in faccia, intendersi sul da farsi, sconfiggere questa pigrizia continua, questo lasciar scorrere il tempo scansando problemi e non sciogliendo i nodi", afferma la capo delegazione di Iv.
"Arrivi questo benedetto Recovery Plan, ci si dia il tempo di leggerlo e valutarlo e ci si confronti in Consiglio dei Ministri. Perché noi a confronti sui contenuti non ci siamo mai sottratti, anzi siamo stati quasi sempre i primi a chiederlo a gran voce. Anzi, il confronto si faccia anche sugli altri nodi politici che ci separano, costruendo un patto di legislatura su cui vedo oggi in tanti accapigliarsi reclamandolo a gran voce, ma che Italia Viva chiede da mesi".
IL DOCUMENTO DI IV - Dal Mes ad Autostrade, dal fisco al Ponte sullo stretto, dalle riforme alle prossime comunali. E' l'elenco in 30 punti delle "questioni politiche aperte" in maggioranza fatto il 6 gennaio da Matteo Renzi al Dem Goffredo Bettini. Nella notte il senatore avrebbe detto ai parlamentari Iv: senza risposte "non apriamo la crisi ma lasciamo le poltrone". Nel documento del 6, letto dall'ANSA, Renzi a Bettini scrive che Conte non ha mantenuto l'impegno di chiudere i tavoli sul programma entro novembre e chiede: "Con chi si scrive un accordo serio? In che tempi? Chi garantisce che gli impegni si mantengano? Iv è pronta da mesi. Gli altri?".
Restano le fibrillazioni nella maggioranza sul Recovery. "E' il Presidente del Consiglio a staccare la spina del governo, non noi, perché è lui a continuare nel suo atteggiamento di non farsi carico dei problemi, ma anzi, mettendoli sotto il tappeto. Non si può andare avanti così. Ci ha detto che ci vedremo in aula sfidandoci? Va bene. Ci vedremo in Parlamento e utilizzeremo la dialettica e i nostri numeri per vedere chi ha ragione rispetto ai ritardi di questo governo", afferma Ettore Rosato presidente di Italia Viva a Radio Popolare. "Ma che offerta avrebbe fatto Conte? Noi vogliamo risposte alle nostre richieste, Non ci interessano offerte di posti o di chissà quale tavolo di mediazione". Rosato ha anche ribadito che secondo Italia Viva, anche di fronte a una crisi di governo non si andrà a elezioni anticipate: "Se c'è qualcuno che pensa che i problemi del Paese si risolvano con le elezioni anticipate, si faccia avanti, ma ho l'impressione che le forze politiche sappiano benissimo che non è questa la strada".
"La crisi economica non aspetta la politica. Chi governa deve dettare i tempi della ripresa, dunque nelle prossime ore chiudiamo il Recovery e consegniamolo al Parlamento, mettiamoci al lavoro sui progetti di rilancio del Paese", scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook, secondo cui "il Paese non può e non deve restare fermo. I politici sono pagati per lavorare, non per litigare. Ogni ministro, ogni membro di governo, ogni parlamentare è chiamato a dare il massimo, sempre. Le trame di palazzo, i giochini, non dovrebbero nemmeno sfiorarci".
Un fronte aperto è quello dei ristori. "Quando è stato deciso che a Natale tante attività economiche sarebbero state chiuse o avrebbero ridotto drasticamente il proprio orario di apertura per un incremento dei contagi abbiamo promesso rapidissimi ristori che potessero compensare le perdite. La promessa va mantenuta senza se e senza ma. Chiediamo quindi al governo di presentare in fretta il provvedimento di scostamento in Parlamento: Italia Viva non farà mancare come sempre il proprio voto". Così in una nota il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone.
Le Regioni che saranno arancioni in base all'ultima ordinanza del ministro Speranza hanno chiesto aiuti per le attività economiche.
E la richiesta i ristori arriva anche dai gestori degli impianti di risalita. "La sbandierata riapertura degli impianti di risalita per il prossimo 18 gennaio appartiene più al mondo degli auspici che non a quello della realtà", sostiene Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato e assessore alla comunicazione dell'Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea, in merito alla "stretta di gennaio annunciata dal Governo che, come ovvio, conterrà misure stringenti e restrittive". Per Merlo, occorre dunque "prendere atto della grave situazione sanitaria senza indicare ulteriori rinvii per la sempre più remota riapertura, e intervenire con rapidità per definire la cifra dei potenziali ristori".
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