Ieri, per decidere sul voto in extremis dei senatori Lello Ciampolillo e Riccardo Nencini al governo Conte, è stata la prima volta che al Senato si è usata la 'Var' nell'immediatezza di un evento accaduto in Aula, ma, come 'strumento' per decidere eventuali sanzioni nell'Ufficio di Presidenza di Palazzo Madama, il 'moviolone' era già stato usato diverse volte. Uno dei precedenti più noti fu quello che nel 2015 riguardò la senatrice del M5S Barbara Lezzi offesa da 'gesti sessisti' compiuti nei suoi confronti dal senatore Lucio Barani durante una seduta dedicata alle riforme costituzionali. E la sanzione venne decisa dall'allora presidente del Senato, Pietro Grasso.
Nel Consiglio di presidenza, che venne convocato per decidere come punire i gravi disordini che c'erano stati nell'emiciclo della Camera Alta, venne allestito un maxi schermo sul quale vennero fatte passare, alla moviola, tutte le immagini degli scontri. Alla fine della seduta, vennero comminati 5 giorni di sospensione, con effetto immediato, ai senatori verdiniani Lucio Barani (che ne rischiava 10) e Vincenzo D'Anna. Uno al senatore M5s Alberto Airola per aver aggredito verbalmente la senatrice del Pd Angelica Saggese. Gli episodi, dichiarò Grasso, annunciando le sanzioni in aula, sono stati "di tale gravità" che "hanno offeso persone e senatori" ed hanno "minato la credibilità delle istituzioni".
Ma sempre 'grazie' alla moviola vennero comminate altre sanzioni per i disordini avvenuti in altre sedute. Tra le 'vittime' della 'var' ci furono anche l'allora capogruppo M5s, Gianluca Castaldi e l'intero gruppo della Lega Nord 'responsabili' anche loro di tafferugli e disordini avvenuti in Aula il 1 ottobre 2015.
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