In un quarto di secolo di storia dell'Autorità, la privacy è diventata sempre più centrale nella vita degli italiani e sono stati fatti passi avanti importanti nella difesa dei diritti dei singoli, soprattutto delle persone vulnerabili. Restano, però, incognite importanti per il futuro, legate soprattutto all'innovazione digitale e all'avvento dell'intelligenza artificiale, oltre a interrogativi sempre aperti sui limiti al diritto di cronaca, soprattutto in una fase difficile come quella attuale caratterizzata dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi. Questi gli argomenti al centro dell'incontro organizzato al Tempio di Adriano a Roma per la presentazione del libro "25 anni di privacy in Italia. Dalla distanza di cortesia all'algoritmo", realizzato in collaborazione con l'ANSA per i 25 anni dell'Autorità Garante della Privacy.
"In questi 25 anni il Garante ha conosciuto la trasformazione della privacy", che deve essere sempre "in costante bilanciamento tra esigenze globali e collettive", ha detto il presidente dell'Autorità, Pasquale Stanzione, aprendo l'evento. "La privacy è al servizio dell'uomo in una visione antropocentrica dell'innovazione - ha aggiunto -. La raccolta irrefrenabile dei dati conduce a un non auspicato processo di monetizzazione della privacy". Stanzione ha sottolineato che "la protezione dei dati è un presidio per le persone vulnerabili in funzione antidiscriminatoria. E' il presupposto per una società della dignità, proiezione verso un umanesimo digitale". "Io vedo il ruolo dell'Autorità come una cerniera che in qualche modo tiene insieme l'io e il noi, i diritti dei singoli e della collettività - ha aggiunto la sottosegretaria al ministero della Giustizia, Anna Macina -. In un momento nel quale l'emergenza, prima della pandemia e poi della guerra, rischia di far retrocedere i diritti dei singoli, è ancora più necessario che l'Autorità ne tuteli i livelli di garanzia". Oltre ai presidenti emeriti della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick e Ugo De Siervo, è intervenuta con un messaggio video la presidente del Comitato dei Garanti privacy europei, Andrea Jelinek. "Il Garante ha fatto la differenza per la vita di molti italiani - ha sottolineato -, ma anche di molti europei, spesso ponendosi in prima fila nella difesa della privacy e della protezione dei dati". I temi di attualità, a partire dalla guerra in Ucraina, sono stati al centro del dibattito, moderato da Bruno Vespa. Il conduttore di Porta a Porta ha sostenuto che le immagini del conflitto, anche quelle drammatiche provenienti da Bucha, vanno pubblicate tutte, proprio come quelle dell'Olocausto, perché rappresentano un pezzo di storia. "In questi giorni siamo di fronte a scelte molto difficili - ha affermato il direttore dell'ANSA, Luigi Contu -. Ogni notizia, ogni foto, richiederebbe un supplemento di riflessione. Quello che ha fatto il Garante in questi 25 anni ci ha aiutato molto a fare le scelte giuste". La vicepresidente del Garante, Ginevra Cerrina Feroni, ha parlato della pubblicazione delle chat fra la dirigente scolastica e lo studente del Liceo Montale di Roma. "Abbiamo deciso di intervenire con un provvedimento abbastanza forte, perché c'è stato un eccesso - ha ricordato -. Siamo in presenza di dati tutti da accertare, il fatto può avere certamente interesse pubblico, ma la pubblicazione delle chat non aggiunge nulla all'interesse pubblico di quella notizia e non contribuisce a sviluppare un dibattito pubblico sull'argomento".
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