Chissà che un giorno, volgendo lo sguardo al summit forlivese tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, gli storici della politica non arrivino a parlare di 'Patto della piadina'.
Di certo - mentre fuori in Piazza Saffi, un centinaio di manifestanti vittime dell'alluvione, contestava il vertice liquidandolo come una "passerella elettorale" - la presidente del Consiglio e quella della Commissione Europea si sono ritirate, in una sala del Municipio della città romagnola, per un incontro bilaterale durato un'ora. Un incontro nel quale si è parlato del sostegno dell'Europa alla ricostruzione nei territori colpiti dal maltempo dello scorso maggio, ma anche di altri temi, di stretta attualità e di prospettiva, rinsaldando il rapporto tra l'Italia e Unione Europea. E rinsaldando anche il rapporto personale fra le due leader, anche in vista di quello che potrebbe succedere dopo le prossime elezioni europee.
Nel faccia a faccia con von der Leyen, ha scandito, la premier al termine dell'incontro "abbiamo affrontato" diversi argomenti "a partire da quelli del prossimo Consiglio europeo, abbiamo parlato del bilancio dell'Unione e di altre materie importanti come la necessità di garantire le risorse all'Ucraina", della questione dell'immigrazione e "del piano Mattei". D'altronde ha argomentato Meloni, sul fronte migratorio "l'approccio italiano a lavorare sulla dimensione esterna è una delle questioni su cui abbiamo molto lavorato insieme con la presidente von der Leyen in questi mesi". Anche perché, sottolinea, con le nazioni africane da cui provengono i migranti "serve un approccio da pari a pari e non predatorio: von der Leyen lo ha capito prima di altri e la voglio ringraziare".
Parole che stringono le maglie del rapporto tra Roma e Bruxelles, intessuto anche sulla disponibilità europea a sostenere il rilancio dei territori alluvionati grazie a una revisione del Pnrr - che consentirà all'Italia di investire 1,2 miliardi in particolare sulla difesa idraulica e il ripristino di viabilità e infrastrutture - e il plauso della stessa von der Leyen perché proprio sul Pnrr "l'Italia è assolutamente in linea con la tabella di marcia: metà dei fondi è stata già erogata e questa è una bellissima notizia".
Che rincuora, insieme alla promessa che l'Unione Europea aiuterà i territori feriti a "rimettersi in piedi e ad essere più resilienti. Lo stiamo facendo - assicura von der Leyen, che aveva già visitato le terre alluvionate a maggio - e lo faremo ancora di più". Buone nuove, queste, anche per il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini che, nell'esprimere soddisfazione per gli 1,2 miliardi che si aggiungono "per gli investimenti" non manca di sottolineare come sul versante dei rimborsi per i danni la guardia resterà alta: "non ci sposteremo di un millimetro fino a che non accadrà quello che è accaduto per il terremoto, in cui tutti coloro che hanno avuto un danno hanno avuto il 100% di rimborsi". In una giornata densa di impegni, con la presidente del Consiglio, anche a Bologna (dove gli studenti del collettivo Osa l'hanno accolta con una piccola contestazione) per firmare il nuovo accordo per il Fondo di Sviluppo e Coesione e una visita in fiera al salone Marca, è andato in scena anche un involontario siparietto, con Bonaccini protagonista di un lapsus - accompagnato da risate e da un applauso della platea - quando a proposito degli investimenti per il Tecnopolo e della missione della regione in Giappone ha citato il "commissario Vannacci" al posto di Vattani, commissario generale per l'Italia a Expo Osaka 2025.
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