Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo che modifica il Testo unico dei servizi di media audiovisivi (Tusmav).
A quanto si apprende, sono state recepite parzialmente le osservazioni delle commissioni Cultura e Trasporti e telecomunicazioni della Camera.
Il Cdm ha approvato il nuovo contratto di servizio Rai. "Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha deliberato l'approvazione del contratto nazionale di servizio tra il Ministero e la Rai, per il periodo 2023-2028". Lo rende noto il comunicato di Palazzo Chigi al termine della riunione, spiegando che il nuovo contratto "contiene, tra l'altro, una regolamentazione specifica in materia di 'inclusione sociale e culturale', con obiettivi tesi allo sviluppo dei servizi e delle trasmissioni nel linguaggio dei segni (Lis) e alla promozione e realizzazione, anche con nuovi format, della cultura della sussidiarietà e del terzo settore".
"L'approvazione - precisa la nota - fa seguito alla delibera con la quale l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha approvato le linee-guida per il quinquennio 2023-2028. Sulla base di queste, il Ministero delle imprese e del Made in Italy ha predisposto lo schema di contratto, che ha ricevuto il parere favorevole, con alcune condizioni, della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi".
Impugnata la legge di stabilità dell'Abruzzo
"Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato cinque leggi regionali e ha quindi deliberato di impugnare la legge della Regione Abruzzo n. 4 del 25/01/2024, recante 'Disposizioni finanziarie per la redazione del Bilancio di previsione finanziario 2024- 2026 della Regione Abruzzo (Legge di stabilità regionale 2024)', in quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di governo del territorio, violano l'articolo 117, terzo comma, della Costituzione". Lo rende noto il comunicato di Palazzo Chigi al termine della riunione.
Testo unico dell'audiovisivo, ecco le novità
La semplificazione del sistema delle quote di programmazione e di investimento in opere europee e di espressione originale italiana sono fra le novità normative introdotte con il Decreto legislativo concernente disposizioni integrative e correttive al Tusmav, il Testo unico dei servizi di media audiovisivi, approvato oggi dal Consiglio dei Ministri.
Rispetto al nodo quote, nel dettaglio viene eliminata la possibilità di introdurre ulteriori sotto-quote di programmazione e di investimento rispetto a quelle già fissate dal Tusmav nonché di aumentarne la percentuale minima prevista. Inoltre, nell'ambito dei servizi audiovisivi a richiesta, viene ridotta la quota degli investimenti in opere europee (dal 20% al 16%) e viene innalzata quella delle opere di espressione originale italiana (dal 50% al 70%).
Inoltre, gli obblighi di investimento in opere cinematografiche italiane passano per le tv lineari dal 3,5 al 3% del fatturato; identica quota è stata prevista per i servizi a domanda.
Fra gli altri temi su cui interviene il provvedimento c'è il ruolo centrale dell'alfabetizzazione mediatica: l'attività di promozione dell'educazione all'utilizzo dei sistemi digitali è realizzata dal Mimit d'intesa con l'Agcom, ministeri interessati, Sottosegretariato di Stato per l'Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, fornitori di servizi media (tv e radio) e piattaforme video e audio, ampliando i soggetti coinvolti nel processo di alfabetizzazione.
Inoltre il Comitato media e minori viene sostituito dalla Commissione consultiva media e minori con funzione consultiva e compiti di promozione e ricerca sui temi di alfabetizzazione mediatica e tutela dei minori, "dotato di maggiore agilità operativa, garantendo una maggiore collaborazione tra le Amministrazioni. Le modalità di funzionamento saranno definite con successivo decreto ministeriale" si legge nel testo.
Viene anche esteso il divieto di diffusione di contenuti nocivi e illegali anche nei confronti dei fornitori di piattaforme di condivisione di contenuti audio e video, così da assicurare una maggiore protezione agli utenti. Rispetto al Radio Dab (Digital Audio Broadcasting) per promuovere il passaggio dall'analogico al digitale delle radio, in luogo dei 10 anni attualmente previsti, viene introdotto un esonero dal pagamento degli oneri per l'assegnazione dei diritti d'uso e amministrativi per i primi cinque anni di attività a partire dalla data di pubblicazione della delibera sul Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze in banda VHF-III per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale DAB+".
La disposizione è rivolta ai soggetti autorizzati alla fornitura di reti di radiodiffusione sonora in tecnica digitale e per i soggetti titolari di diritti d'uso delle frequenze pianificate per il servizio di radiodiffusione sonora in tecnica digitale. Tali soggetti, fino ad oggi, non erano soggetti ad alcun pagamento.
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