L'emendamento di FdI sui consultori approvato insieme al decreto Pnrr e la querelle che ne è scaturita sull'aborto ha infiammato per lungo tempo il Parlamento, finendo per incrinare anche la compattezza della maggioranza.
Il coinvolgimento all'interno dei presidi sociosanitari di quelle realtà del terzo settore che sostengono la maternità è stato duramente contestato dalle opposizioni che l'hanno bollato come un "attacco al diritto di aborto". Mentre la premier Giorgia Meloni parlava di "fake news" e rispediva le accuse al mittente: "Chi vuol cambiare la 194 è la sinistra. Noi vogliamo solo garantire scelte libere".
Il mantra di Fratelli d'Italia è sempre stato "la completa attuazione della 194" perché "se l'unica strada è l'aborto non è libertà". Ma nella Lega e in Forza Italia non tutti hanno abbracciato la linea del partito di Meloni. E la dimostrazione plastica è stata l'astensione di ben 15 leghisti e un azzurro alla Camera su un odg del Pd che puntava a tutelare il diritto all'interruzione di gravidanza nei consultori.
Così, l'approvazione di un decreto sul Pnrr si è trasformata in una polemica centrata tutta sull'aborto, che dalle Aule parlamentari si è presto spostata nelle piazze, con vasta eco mediatica. A metà aprile l'emendamento della discordia ha provocato prima un litigio tra Roma e Madrid (La ministra per l'Uguaglianza spagnola ha criticato "la strategia dell'estrema destra" per "togliere diritti" e la premier le ha dato dell'ignorante) e poi un intervento della Commissione europea che ha spiegato come alcuni aspetti del decreto Pnrr "come la legge sull'aborto" non avessero alcun legame con il piano.
In quei giorni è intervenuta anche la ministra Eugenia Roccella - oggetto delle contestazioni odierne - difendendo i contenuti della norma: "Quell'emendamento ripete quasi esattamente quello che è scritto nella legge 194. Mi sorprende che chi dice di difendere la 194 a volte non la conosce".
In piazza sono scesi a protestare diversi rappresentanti della società civile, dalla rete nazionale dei consultori a Non una di Meno. Mentre l'associazione Pro Vita & famiglia si è detta soddisfatta del via libera definitivo alla norma "che mira a riportare i consultori al loro vero e originario ruolo di aiuto, sostegno e alternative concrete all'aborto per le donne".
Di recente il M5s, per voce della deputata Gilda Sportiello ha denunciato: "Passati solo pochi giorni dall'approvazione del decreto Pnrr, già si iniziano a vedere purtroppo gli effetti: la Regione Lombardia ha dichiarato di voler dare il via libera alla presenza di associazioni antiabortiste nei consultori, è inaccettabile".
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