Premierato, lavoro, salario minimo, sanità: la segretaria del Pd Elly Schlein al festival dell'economia di Trento ha replicato punto per punto agli attacchi della premier Giorgia Meloni, che aveva parlato sullo stesso palco poco prima, ribadendo anche di essere disponibile ad un confronto faccia a faccia 'dovunque e comunque', e spiegando la posizione del suo partito su tutti i temi più caldi dell'agenda politica.
In merito alla riforma costituzionale, ha spiegato Schlein, "siamo andati al confronto col governo. Il primo, l'unico, a giugno 2023. E quando siamo andati abbiamo portato sei proposte per rafforzare la stabilità dell'esecutivo con la sfiducia costruttiva. Non l'hanno nemmeno considerata. Ma Meloni usa anche un altro argomento. Dietro quel 'decidete voi' c'è un colossale 'decido io per voi'. La riforma che propongono indebolisce il Parlamento e la democrazia. Noi abbiamo proposto di cambiare la legge elettorale".
Inoltre, ha spiegato la leader dem, la riforma sul premierato "farà saltare l'equilibrio tra i poteri dello Stato, ne esce indebolito il presidente della Repubblica, i cui poteri per noi non vanno cambiati né toccati'.
Sul redditometro invece "il Governo è confuso, ha dimostrato grande incoerenza anche Giorgia Meloni. Mi preoccupa un governo che in 19 mesi ha fatto 19 condoni, strizza gli occhi a chi fa il furbo'.
Sul tema del lavoro, ha proseguito Schlein, 'a Meloni ho risposto più volte. Se la sinistra avesse fatto tutto bene, una come me non avrebbe mai vinto le primarie del Pd. Ma chiedo io a lei, dopo 19 mesi di governo, per quanto tempo intende scaricare le responsabilità sui governi precedenti anziché assumersi le sue?'.
E sul salario minimo ha incalzato: 'Se c'è un paese che ha bisogno del salario minimo è l'Italia. La misura proposta con le altre opposizioni meritava considerazione da parte del governo. La proposta vuole rafforzare la contrattazione collettiva, fare fuori i contratti pirata. Sotto i 9 euro all'ora non è lavoro ma sfruttamento'.
Un affondo anche sulla sanità: 'Meloni dice di aver fatto il più grande investimento in sanità pubblica, ma i dati la smentiscono, la spesa sanitaria sta scendendo, la direzione è il 6,2% del Pil, che sarebbe il minimo storico'. Per Schlein 'non è sciatteria, penso che sia un disegno, vogliono una sanità dove chi ha il portafogli gonfio può saltare le liste e chi non ce l'ha rinuncia a curarsi. Per questo ho chiesto con una proposta di legge più fondi alla sanità pubblici e di sbloccare le assunzioni'.
Schlein ha aggiunto di temere la possibilità che si arrivi a prevedere un'assicurazione obbligatoria per l'assistenza agli anziani non autosufficienti: 'Io temo che questo sia la cosa a cui la destra ci sta portando. Io penso che con scelte più oculate' si possa evitare.
Sull'Europa, la segretaria del Pd ha criticato le posizioni della Lega: 'Noi non siamo la Germania, dire meno Europa è un'assurdità perché vuol dire calpestare l'interesse nazionale. La ricetta è più Ue e più investimenti comuni'.
E sul patto di stabilità, ha spiegato, 'non potevamo votare a favore di quel patto che nel negoziato fra i governi è diventato molto peggiore della proposta iniziale di Gentiloni, che aveva lungimiranza: dopo la crisi pandemia serviva una certa flessibilità, questa era la grande intuizione. Ma nel negoziato fra i governi, i governi si sono rinchiusi nei propri egoismi, con quello italiano che non ha partecipato al negoziato, accettando l'accordo fra Francia e Germania, che è la negazione della proposta di Gentiloni. Questo ci porta all'austerità ed è dannoso per l'Italia'.
Un affondo anche sul ponte sullo Stretto di Messina: è 'un progetto vetusto e dannoso'. E accenni all'esercito europeo ('favorevole', alla leva obbligatoria (''No, voglio vedere nelle mani dei giovani il futuro ma non i fucili') e all'Ucraina: 'La nostra posizione non è cambiata, dall'inizio siamo al fianco di un popolo invaso e sosteniamo il suo diritto all'autodifesa. Ho sempre aggiunto che ci vuole un ruolo politico e diplomatico più forte ed efficace dell'Ue'. Sul Medio Oriente ha spiegato: 'Bene Spagna, Norvegia e Irlanda, il programma del Pd dice che serve il riconoscimento europeo dello stato di Palestina, ci dobbiamo muovere tutti insieme, è un mezzo per facilitare il dialogo'.
In merito invece ai dazi sulle auto elettriche cinesi, si è detta 'non aprioristicamente contraria', ma 'bisogna valutare pro e contro. Non possiamo immaginare una competizione sfrenata con prodotti che vengono da paesi con standard di tutela ambientale e sociale non rispettati. Il protezionismo tout court non è la strada, ma non siamo un'isola'. Un affondo quindi su Stellantis: la sua 'non è solo irriconoscenza, ma non è possibile che siamo un Paese dove il pubblico ha dato dato e dato e poi permette di spostarsi altrove. vedo anche le responsabilità di un pubblico che deve essere più forte con una chiara legge sulle delocalizzazioni'.
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