Il Paese festeggia i settantotto anni dalla nascita della Repubblica. Le più alte cariche dello Stato siedono affianco sui Fori Imperiali per assistere alla tradizionale parata. Ciascuno, però, tra social e messaggi ufficiali, dà la sua interpretazione delle celebrazioni del 2 giugno. La premier Giorgia Meloni, con un post, ringrazia "chi, anche sacrificando la propria vita, ha reso l'Italia la nazione che è". Il presidente Sergio Mattarella, poco prima, invia un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa. Celebrare, scrive, "richiama i valori di una Costituzione lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione". Poche righe, con cui il capo dello Stato torna a insistere su due concetti più volte sottolineati nelle ultime settimane. Da una parte, il decisivo contributo della Resistenza per la rinascita del Paese. Dall'altra, la lungimiranza della Costituzione. Che solo qualche giorno fa, il presidente, citando Goria, aveva definito "la Carta del futuro". Parole decise, che piombano in un match già infuocato tra gli opposti schieramenti politici. Al centro della disputa, in piena campagna elettorale, c'è lo scontro sulla Carta e sull'opportunità di modificarla. Il Pd sceglie questa data simbolica per scendere in piazza a Roma, alzando la voce sulle riforme del centrodestra, dal Premierato all'Autonomia differenziata. E così scatena l'ira della maggioranza.
La ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati affonda: "fa orrore manifestare in una giornata simbolo di un'Italia unita". Il centrodestra non ci sta. E si scaglia con forza sulla piazza romana chiamata dai dem. "La manifestazione della sinistra contro il Premierato è uno schiaffo alla Repubblica", insiste la vice segretaria di Forza Italia Deborah Bergamini. Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri parla di "scelta eversiva, un'offesa alla democrazia e al capo dello Stato". L'europarlamentare di Fratelli d'Italia Jacopo Fidanza parla di atteggiamento "strumentale e fazioso" del Pd. Dalla piazza di Testaccio, i dem suonano la carica e respingono al mittente le accuse che giungono dalla maggioranza. "Festeggiamo così la Repubblica, la nostra è una manifestazione 'per', precisa la segretaria del Pd Elly Schlein. Che aggiunge: "oggi è impossibile, ma è colpa della destra, parlare di Costituzione e Repubblica senza parlare della nostra contrarietà alla pericolosa riforma del premierato che indebolisce il Parlamento e il presidente della Repubblica, scardinando l'equilibrio dei poteri a garanzia dei cittadini". Duro anche l'intervento sull'Autonomia differenziata: "spacca il Paese, il principio dell'unità nazionale è messo a rischio". L'ex segretario Nicola Zingaretti, dal palco, parlando di sanità e salari incalza: "difendere la Repubblica significa difendere la Costituzione, difendiamo la Repubblica contro le destre".
Anche dai territori monta la polemica. Il sindaco di Milano Beppe Sala dichiara la sua contrarietà al premierato. Il governatore Vincenzo De Luca torna ad criticare le "iniziative che vogliono creare cittadini e territori di serie a e di serie b". All'unità della Repubblica fa riferimento anche il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Che, nel celebrare il 2 giugno, lancia l'appello: "difendiamo l'Italia unita da chi oggi vuole dividerla". Dall'Alleanze Verdi e Sinistra arriva la "gratitudine" diretta al presidente della Repubblica per le sue parole. "Senza la lotta di Liberazione dal fascismo non ci sarebbe oggi libertà e democrazia", dichiara il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Angelo Bonelli di Europa Verde alza il muro: "difenderemo la Costituzione dalla destra". "No alle controriforme di Meloni", fa eco la capogruppo alla Camera Luana Zanella.
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