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Mantovano informerà il Copasir sul caso di Cecilia Sala

Mantovano informerà il Copasir sul caso di Cecilia Sala

Interlocuzioni a 360 gradi per trovare una soluzione

ROMA, 06 gennaio 2025, 12:45

di Massimo Nesticò

ANSACheck
Il sottosegretario Alfredo Mantovano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sottosegretario Alfredo Mantovano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando il sottosegretario Alfredo Mantovano varcherà la soglia di palazzo San Macuto per riferire al Copasir, saranno diventati 18 i giorni di detenzione di Cecilia Sala nel carcere di Evin. L'autorità delegata alla sicurezza della Repubblica illustrerà al Comitato i passi del governo, le trattative a 360 gradi messe in campo - compreso il viaggio della premier Giorgia Meloni nella residenza del prossimo presidente Usa Donald Trump - per riportare a casa la giovane. Massimo è il riserbo dopo il silenzio stampa chiesto dalla famiglia di Sala. Mentre il leader di Iv, Matteo Renzi, critica: andare al Copasir, osserva, "è il minimo sindacale ma è del tutto insufficiente ad affrontare la complessità del problema".

Il sottosegretario era pronto a riferire all'organismo che vigila sui servizi già il 2 gennaio. La convocazione da parte del presidente Lorenzo Guerini è stata messa in calendario nel giorno dell'Epifania. Mantovano ricostruirà in una relazione le tappe della vicenda, fin dal giorno dell'arresto della giornalista, il 19 dicembre. Ed i suoi intrecci con un altro arresto, quello di tre giorni prima a Milano dell'ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, ricercato dagli Usa. La richiesta di Teheran apparentemente è netta: Sala per Abedini.

Scambio difficile da digerire per Washington che accusa l'uomo di aver supportato con la costruzione di droni militari i Guardiani della rivoluzione, inseriti tra le organizzazioni terroristiche dagli Stati Uniti. Meloni ne ha parlato con Trump nella sua residenza di Mar-a Lago. Un blitz di poche ore non preannunciato. Ad indicare l'urgenza che il governo annette al caso. Le condizioni in cui è detenuta Sala ad Evin non lasciano tranquilli. La premier ne discuterà anche con Joe Biden, atteso a Roma il 9 gennaio per l'ultima visita ufficiale da presidente degli Stati Uniti. Ci sono poi le scadenze giudiziarie: la Corte d'appello di Milano il 15 gennaio discuterà la richiesta di concessione dei domiciliari avanzata dal legale di Abedini, detenuto ad Opera.

Più lunghi i tempi per valutare la richiesta di estradizione da parte degli Usa. Di questi aspetti si è parlato nel vertice di giovedì scorso a Palazzo Chigi, cui ha partecipato anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che può chiedere in qualsiasi momento la revoca della misura cautelare e non concedere l'estradizione, qualora venisse disposta. Ma le interlocuzioni - come sempre avviene in questi casi - hanno molteplici piani. Alcuni rimangono coperti. Altri dossier potrebbero essere aperti e portare ad una soluzione accettata dalle tre parti in causa. Quello che è certo è il governo intende muoversi con celerità ed in silenzio. La premier è intervenuta in prima persona. Diplomazia ed 007 lavorano in uno scenario - quello iraniano - reso ulteriormente ostico dopo l'offensiva di Israele in Medio Oriente. Alessia Piperno, l'attivista incarcerata ad Evin nel 2022, è stata rilasciata dopo 45 giorni. Il francese Louis Arnaud è stato liberato nel giugno scorso dopo quasi due anni di detenzione. Una coppia francese, Cecile Kohler e Jacques Paris, è in carcere da 3 anni.

Sottotraccia fa i suoi passi anche il Vaticano. Nei giorni scorsi Papa Francesco ha incontrato l'ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, Mohammad Hossein Mokhtari ed il rettore dell'Università delle Religioni e delle Denominazioni dell'Iran, Abolhassan Navab. Nessun riferimento ufficiale a Cecilia Sala.

Durante l'incontro con Navab, secondo l'agenzia iraniana Irna, il papa avrebbe criticato il premier israeliano Benjamin Netanyahu che, "ignorando le leggi internazionali e i diritti umani, ha creato crisi nella regione e nel mondo".

L'esecutivo metterà domani al corrente il Parlamento, e dunque anche l'opposizione, sullo situazione. Come sempre sui lavori del Copasir vige l'obbligo della riservatezza. Matteo Renzi ha però contestato la sede. "La parte di relazioni diplomatiche con Iran e Usa - ha osservato il senatore - è seguita dalla Farnesina o dai servizi? Se al vertice organizzato tre giorni fa a Palazzo Chigi c'era il ministro della Giustizia e non la direttrice del Dis perché si sceglie di riferire al Copasir e non alle commissioni parlamentari competenti? Davvero per la premier questa vicenda è una vicenda che riguarda solo le agenzie dell'intelligence per cui individua la sede del Copasir come luogo di confronto?". 

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