(di Daniela Giammusso)
"Nel 1949, l'anno in cui sono nato, c'erano stati tre colpi di Stato successivi in Siria. Nel 1953, un anno dopo il colpo di stato in Egitto, ce ne fu un altro in Iran. Il primo di cui ho un ricordo diretto è stato il 14 luglio 1958 a Baghdad, quando degli ufficiali nazionalisti e comunisti rovesciarono la monarchia irachena e massacrarono membri della famiglia reale. Tre anni dopo mi ritrovai a seguire alla radio, minuto per minuto, il putsch del 28 settembre 1961 a Damasco, che avrebbe messo fine all'effimera unione tra la Siria e l'Egitto di Nasser". È il martoriante racconto della giovinezza di un ragazzo libanese, nella Beirut degli anni '50, e insieme una lettera di ammirazione e ringraziamento da uno scrittore a un maestro, il discorso-lezione che Amin Maalouf ha scritto appositamente per il Malaparte 2020, che lo premia oggi alla Certosa di San Giacomo per il suo "Il naufragio delle civiltà", edito in Italia da La nave di Teseo.
Da oltre 40 anni trasferito a Parigi, dove è anche membro dell'Academie Francaise, autore tra l'altro de Le crociate viste dagli arabi, Gli scali del Levante o Col fucile del console d'Inghilterra, già Prix Goncourt e, per molti, tra i papabili per il prossimo Nobel per la Letteratura, "Maalouf è il primo scrittore di origine mediorientale a ricevere il Malaparte - racconta Gabriella Buontempo, anima del premio -. La giuria presieduta da Raffaele La Capria voleva rappresentare e raccontare l'incontro tra due culture che in questo momento stanno tenendo banco in tutto il mondo". E "in un momento come quello che stiamo vivendo - aggiunge Michele Ricciardi Pontecorvo, vicepresidente di Ferrarelle Spa, che per il nono anno porta il premio a Capri - celebrare un autore che viene dalle altre sponde del Mediterraneo, incarna un bellissimo messaggio di fratellanza tra i popoli del mare". Ma la sorpresa, "che poi - sorride la Buontempo - tra grandi scrittori non è mai casualità, è stato scoprire quanto Maalouf sin da ragazzo fosse un accanito lettore di Curzio Malaparte".
"Uno scrittore non può scegliere la sua epoca", dice lui, citandolo nel discorso scritto appositamente per il Premio. "Il giorno in cui ho scoperto, a 14 anni, il suo sorprendente libro Technique du coup d'état (Tecnica del colpo di Stato, scritto direttamente in francese ndr) è stato per me una rivelazione. Era come se Malaparte - spiega - mi avesse preso per mano e mi avesse portato su un promontorio con lui, da dove era possibile contemplare gli eventi dall'alto. Per abbracciarli meglio, per scrutarli e, a volte, per esprimere un giudizio audace. Come quando ha spiegato che, in materia di colpo di Stato, la brutalità spesso paga, mentre le persone timide, che non osano attraversare il Rubicone con decisione, si condannano al fallimento. Un'osservazione inquietante, ma stupefacente. E mi ha certamente aiutato, da adolescente sognante, ad avere uno sguardo più lucido, riflessivo e adulto sul mondo".
E mentre la sua Parigi si riaffaccia a un possibile lockdown e in Italia i numeri dei nuovi malati tornano preoccupanti, Maalouf e il Premio Malaparte a Capri diventano insieme il simbolo della cultura che non si arrende, anche in tempo di pandemia. "Ci siamo molto interrogati, in questo periodo così difficile - ammette la Buontempo - se mantenere l'appuntamento o limitarci a un'edizione online. È stata una decisione sofferta, ma alla fine abbiamo voluto mantenerlo in presenza, con invitati molto limitati e nel rispetto totale delle norme sanitarie, per dare un segnale forte. Oggi c'è una grande commozione che ci accompagna, ma anche una grande gioia, perché bisogna andare avanti".
"Capri, il territorio e in generale il nostro Paese hanno bisogno di manifestazioni di cultura, che devono essere sostenute e coltivate - aggiunge Pontecorvo -. Ferrarelle ha puntato molto sulla responsabilità sociale d'impresa negli ultimi anni. Lo deve fare ancora di più oggi, che il Paese è chiamato ad affrontare difficoltà così grandi. È per questo che non veniamo meno ai nostri impegni, come quello verso il premio Malaparte, ma anche sostenendo gli ospedali che hanno affrontato l'emergenza Covid-19, ai quali ci siamo affiancati sin all'inizio dell'emergenza".
In collaborazione con:
Ferrarelle - Premio Malaparte