Alle 3.32 del 6 aprile 2009 una scossa di magnitudo 5.8 ha devastato l'aquilano: il bilancio definitivo e' di 309 morti, quasi 2.000 feriti, 65 mila sfollati, 1.700 monumenti seriamente danneggiati. Bisogna andare al terremoto dell'Irpinia del 1980 per avere un bilancio più grave (2.570 vittime).
La scossa fatale - avvenuta ad una profondità di 8,8 chilometri, con epicentro tra L'Aquila, Tornimparte e Lucoli - era stata preceduta da una lunga serie di scosse nelle settimane precedenti, il cosiddetto sciame sismico. Dopo quella delle 3.32, nelle 48 ore successive si sono verificate ancora centinaia di scosse di assestamento. All'Aquila, il cui centro storico è stato distrutto dal terremoto, si è registrato il maggior numero di vittime: 220. Onna, frazione del capoluogo, è praticamente crollata uccidendo 41 persone sui 350 abitanti complessivi.
Degli sfollati, 35 mila sono stati accolti in tenda e 30 mila in hotel e case private. Un anno dopo sono ancora 52 mila le persone assistite, quelle che hanno avuto la casa distrutta o inagibile. In quasi 15mila usufruiscono degli appartamenti antisismici del progetto C.A.S.E.
A 48 ore dal sisma la macchina dei soccorsi coordinata dal Dipartimento della Protezione civile ha messo in campo oltre diecimila soccorritori tra vigili del fuoco, forze armate, forze dell'ordine, personale della Croce Rossa e volontari. Sono state 171 le tendopoli allestite. Finora oltre un miliardo è stato speso per la ricostruzione. Una maxi-inchiesta è stata aperta dalla procura aquilana per individuare le responsabilità dei crolli. Finora 17 le richieste di rinvio a giudizio per le cadute della Casa dello studente e del Convitto nazionale. Nel luglio del 2009 L'Aquila ha ospitato la riunione del G8, che avrebbe dovuto svolgersi alla Maddalena, in Sardegna.