11 marzo 2011: il piu' potente sisma mai registrato in Giappone (di magnitudo 9) e un gigantesco tsunami hanno devastato la costa del Nord est del Paese, danneggiando il circuito elettrico e di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima (250 km a nord di Tokyo) e provocando, il giorno dopo, il crollo del tetto del reattore 1 in seguito a un'esplosione.
Nei giorni successivi si registrano altre esplosioni ai reattori 2 e 3, e un incendio al reattore 4. L'utilizzo di acqua di mare non trattata per tentare di raffreddare i reattori rende impossibile il loro ritorno in servizio in futuro. Nell'area e' stata stabilita una zona di evacuazione di 20 km di raggio e ulteriori 10 km di raggio in cui e' consigliato lasciare la zona o rimanere in casa.
18 marzo: L'agenzia per il nucleare giapponese valuta tra 4 e 5 (su 7) la gravita' dell'incidente sulla scala internazionale Ines.
21 marzo: Il livello di iodio radioattivo nell'acqua e' piu' di tre volte sopra il limite tollerabile. Lo affermano i test effettuati a 40 km dai reattori.
23 marzo: dopo che a 40 km da Fukushima si era registrato livello di iodio in acqua superiore di tre volte il livello legale, scatta il divieto di consumo di latte crudo e di prodotti freschi provenienti dalla regione (le restrizioni per questi prodotti saranno eliminate l'8 aprile), mentre l'acqua di Tokyo e delle citta' limitrofe e' sconsigliata ai bambini.
29 marzo: si registrano almeno 19 persone contaminate sul sito, mentre tracce di plutonio vengono trovate nel terreno
4 aprile: inizio delle operazioni di sversamento in mare di 11.500 tonnellate di acqua radioattiva.
7 aprile: la Tepco comincia a iniettare dell'azoto nel reattore 1 Fukushima per evitare una esplosione di idrogeno. Al momento ci sono ancora 490mila famiglie senza energia elettrica e quasi 300mila senza acqua corrente. Almeno 48mila edifici sono stati completamente distrutti, spazzati via dalla forza delle onde, o bruciati. I danni stimati dal governo sono tra 190 e 295 miliardi di euro (e la stima superiore lo renderebbe il piu' costoso disastro naturale del mondo). Circa 140 Paesi e almeno 39 organizzazioni internazionali hanno offerto il loro aiuto.