E' un grande lavoro quello della Soprintendenza nella supervisione dei progetti di ricostruzione in una città come L'Aquila, dove solo il patrimonio privato di pregio artistico-architettonico vede ben 700 edifici vincolati: 476 nel capoluogo (di cui 300 nel centro storico e 176 nelle 60 frazioni) e 200 nei 56 borghi del cratere. “Ad oggi – spiega all’ANSA l'architetto Alessandra Vittorini, Soprintendente Unica per L'Aquila e il cratere – 3/4 di questi beni vincolati hanno progetti approvati e in molti casi sono anche terminati i lavori di ristrutturazione post-sisma”.
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Per non parlare del patrimonio pubblico: qui i dati si fanno meno certi, perché i beni vincolati non sono solo chiese, castelli e abbazie ma mura, porte e fontane. Orientativamente si tratta di 1400 beni pubblici sottoposti a vincolo di tutela. Questo lavoro è pero' messo a rischio: "Questa Soprintendenza che da un anno dovrebbe essere 'Unica' – è il grido d’allarme dell’architetto - sta ancora soffrendo assegnazione di personale. Siamo la metà rispetto a quanti la Riforma delle Soprintendenze assegna". E come se non bastasse "ora che abbiamo finito il lavoro 'normale' siamo coinvolti , a fatica, nella supervisione di altre opere come quella del tunnel dei sottoservizi della città dell’Aquila, un’opera molto invasiva e complessa, e in altre commissioni per i pareri da esprimere".
L’area della ricostruzione è dunque molto vasta e comprende, come si è detto, sia interventi su beni culturali pubblici (con fondi da adozioni, donazioni, fondi Cipe per chiese ed altro) seguiti dalla Direzione/Segretariato regionale sia interventi sul patrimonio privato sottoposto a vincolo di tutela per l'autorizzazione e sorveglianza sui lavori, seguiti dalla Soprintendenza. Altri due 'soggetti' della ricostruzione, con i quali le due strutture hanno quotidiane relazioni, sono i Comuni e gli Uffici Speciali per la Ricostruzione (USRA all'Aquila e USRC per il cratere).
Ecco una ricognizione, a volo d'angelo, fatta con la Soprintendente Vittorini sullo stato dell’arte di alcuni dei tanti beni culturali pubblici all’Aquila, seguiti a vario titolo da Soprintendenza e Direzione/Segretariato regionale:
La Basilica di Collemaggio, tra i monumenti simbolo dell’Aquila, è stata profondamente ferita con il terremoto del 2009 che ne ha lesionato le strutture portanti e ne ha fatto crollare la volta. Il cantiere è finalmente cominciato a fine 2015 grazie ai fondi della sponsorizzazione Eni, e si stima di finire i lavori in due anni. La progettazione è stata affidata alla Soprintendenza insieme a tre atenei e ad un gruppo scientifico. Al momento si sta predisponendo un lavoro di rinforzo delle navate con sollevamento dei pilastri.
Nella Chiesa delle Anime Sante i lavori sono in corso grazie all’importante contributo economico della Francia (50% del finanziamento), uno dei pochi paesi stranieri ad aver mantenuto le promesse della famosa "lista di nozze" di monumenti da adottare presentata da Berlusconi al G8 del 2009. "Anche nell'aggregato sul lato piazza Duomo stiamo supervisionando – racconta Vittorini con la soddisfazione di chi ama fare il proprio lavoro – perché in una città storica tutta la ricostruzione deve seguire delle linee guida, dunque gli edifici vicini si devono misurare anche con il Duomo”. La ristrutturazione di quest’ultimo verrà inserita nella prossima programmazione Cipe.
A Palazzo Ardinghelli i lavori sono quasi completati grazie al finanziamento della Russia. Manca la parte di decorazioni. Al Teatro Comunale il cantiere è in corso.
Nel Castello cinquecentesco è in corso un lungo lavoro, complesso sia per l’entità dei danni sia per la mole della fortificazione. Si sta provvedendo, tra le altre cose, in una difficile impresa di ‘tiraggio’ per riposizionare, con movimenti millimetrici, le mura che si sono spostate con il sisma.
La Fontana luminosa è quasi terminata così anche la Chiesa-Teatro di San Filippo. A gennaio una sentenza del Consiglio di Stato ha districato la matassa dei ricorsi presentati a seguito dell’aggiudicazione dell’appalto per la chiesa di San Silvestro. Sono stati affidati i lavori, il cantiere dovrebbe cominciare a breve. Un intervento da 6,7 milioni completerà il restauro. Sempre a gennaio è stato consegnato il primo lotto di lavori della Chiesa di Sant’Agostino.
Fiore all'occhiello della ricostruzione dei beni culturali aquilani nell'ultimo anno sono i 5 chilometri di mura trecentesche dell'Aquila, uno dei pochi esempi di fortificazione quasi integramente conservata. "Non c’è altra città – rileva l'architetto Vittorini – che ha cinque chilometri di mura medievali intatte”. Ristrutturate con fondi europei, sono state da poco restituite alla città e valorizzate con illuminazione notturna.
Nelle frazioni la Chiesa di Onna è completata e a maggio verrà inaugurata. Lavori in corso in quella di San Gregorio (sempre grazie al finanziamento della Russia). A proposito di eccezioni generose, c'è anche il Kazakhstan che con 1,7 mln ha finanziato i lavori per la chiesa di San Biagio di Amiternum.
Ma uno degli aspetti che entusiasma maggiormente gli esperti e la stessa soprintendente è il fil rouge di questa ricostruzione, ovvero la scoperta di tutte le tracce e della storia nascosta che il terremoto ha rivelato con i crolli o che le ristrutturazioni post-sisma hanno fatto ritrovare. Ad esempio, racconta la Vittorini, sono venuti alla luce degli assetti costruttivi ignoti, colonne e perfino una scala a chiocciola in pietra nascoste nei muri, finestre gotiche e soffitti lignei ricoperti dalle mura poi crollate con il terremoto, ambienti ipogei dipinti. Nella cinta muraria sono state trovate anche porte murate di cui si ignorava l’esistenza. Nel Castello sono stati trovati porzioni di stemmi lavorati provenienti da palazzi intorno che, quando venne edificato il castello, vennero presi e inseriti nella fortezza. Si tratta di più epoche che tornano alla luce anche a causa di più terremoti e più ricostruzioni, come scoprire i vari strati di Troia.
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