Le elezioni amministrative diventano il nuovo momento di tensione muscolare tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Con il primo che parte lancia in resta sul sostegno da parte del governo ai futuri sindaci pentastellati, dimenticando tutti gli altri primi cittadini. Un vero e proprio incidente diplomatico che scatena la polemica con le opposizioni e Fratelli d'Italia, tanto da costringere il vicepremier a fare una rapida marcia indietro per cercare di abbassare i toni dello scontro. Uno scontro che continua ad essere strisciante, anche all'interno della maggioranza, sul fronte dell'immigrazione. Matteo Salvini, rilancia il suo leit motiv elettorale, quello della lotta agli irregolari, nel giorno in cui tre navi di Ong e della Guardia Costiera hanno fatto sbarcare oltre 400 migranti.
Di Maio fa gli auguri ai candidati sindaci di M5s: "Spetterà ai loro concittadini decidere se eleggerli - precisa - ma posso dire che hanno tanto lavoro da fare e questa volta avranno un governo nazionale dalla loro parte che li potrà aiutare a risolvere problemi complessi come le crisi aziendali. Avere sindaci 5 stelle nei singoli comuni italiani significa avere sindaci che hanno dalla loro parte il governo nazionale e potranno parlare con i ministri per risolvere i problemi". Come a dire che i primi cittadini con una diversa casacca avranno un trattamento diverso. "Lo Stato siamo noi" pronunciato il 2 giugno da Di Maio si declinerebbe dunque così, attaccano sui social le opposizioni, che fanno sentire la propria voce. "Siete il governo della Repubblica - afferma il reggente del Pd Maurizio Martina - non il governo degli amici. Hai il dovere di servire tutti i Comuni, rispettando le scelte dei cittadini. Si chiama democrazia e senso dello Stato".
"Di Maio corregga e chiarisca le sue parole sul sostegno del Governo ai Sindaci del M5S. Sono affermazioni gravi ancora più oggi, alla vigilia del voto" ha detto Stefano Fassina (Leu), mentre Paolo Cento, anch'egli di Leu, parla di "ricatto inaccettabile". Indispettita anche la leader di Fdi, Giorgia Meloni, che si rivolge a Matteo Salvini, alleato con Di Maio a Roma e nei comuni con il centrodestra: "I milioni di cittadini che voteranno sindaci di centrodestra o di FdI - domanda Meloni - non saranno ascoltati dal Governo Conte? Salvini, nostro alleato nella maggior parte dei Comuni che vanno al voto contro M5s, spieghi a di Maio che i cittadini non si ricattano".
Quanto basta a Di Maio per correggere pubblicamente il suo pensiero dicendo che "sarà dalla parte di tutti i primi cittadini Italiani, al di là del colore politico", cosa che - aggiunge polemicamente - non hanno fatto i governi degli ultimi 7 anni, con i tagli effettuati ai Comuni. Il ministro dello sviluppo economico parla anche delle crisi aziendali promettendo di bloccare le imprese che vogliono delocalizzare. Cosa difficile da realizzare, come sottolinea Antonio De Poli (Udc) ricordando il licenziamento venerdì a Maserà (Padova) di 56 operai della Crocs che ha deciso di delocalizzare. Matteo Salvini, che proprio oggi, alla vigilia del voto, ha autorizzato l'attracco di tre navi cariche di migranti, rilancia il suo cavallo di battaglia : "Da soli sette giorni al governo, sto lavorando per recuperare quasi sette anni di ritardi e di buonismo: il nostro obiettivo è ridurre gli sbarchi e aumentare le espulsioni, tagliare i costi per il mantenimento dei presunti profughi e i tempi della loro permanenza in Italia". Salvini, da ministro dell'Interno, mantiene comunque un profilo istituzionale e fa un appello al voto a tutti i cittadini, senza sponsorizzare i candidati del Carroccio.