"Stiamo vivendo un momento di grande stress". Parole chiare dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, pronunciate di fronte al capo della polizia, Lamberto Giannini ad un convegno del sindacato Siulp. Alla vigilia del G20 di sabato e domenica prossimi e con alle spalle settimane di polemiche roventi per la gestione dell'ordine pubblico e richieste di dimissioni arrivate da Lega e FdI, la titolare del Viminale ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "ho la pazienza di Giobbe - ha assicurato - affronto tutto con grande serenità, non pensando a cosa dicono alcune parti politiche. Sono un prefetto cresciuto in questa amministrazione e metto tutto il mio impegno e la professionalità acquisita in tanti anni. Questa non ce la toglie nessuno, nessuna valutazione esterna".
Giorni di grande tensione, dunque - come immaginabile - al ministero dell'Interno dove anche oggi ministro, capo della Polizia, prefetto e questore di Roma hanno lavorato alla messa a punto dell'imponente dispositivo di sicurezza - oltre 5mila agenti impegnati - per il grande evento che metterà l'Italia sotto la lente del mondo. Ci saranno da tutelare venti delegazioni di capi di Stato e di Governo, con i relativi spostamenti tra il centro della città e la 'Nuvola' dell'Eur, luogo scelto per il summit. E, nello stesso tempo, garantire lo svolgimento delle diverse manifestazioni annunciate, evitando infiltrazioni che le facciano degenerare.
Si può dunque capire lo "stress" di cui parlato Lamorgese.
Che però non ci sta a finire sul banco degli accusati insieme alle forze dell'ordine. "E' stato - ha spiegato - un periodo difficilissimo per tutti noi, per le forze di polizia in particolare. Quest'anno abbiamo infatti avuto 13.800 manifestazioni, di cui 5.400 contro provvedimenti del Governo e 3.500 sul Covid. E' difficile per un poliziotto operare cercando di bilanciare diritti in competizione, come quello di manifestare e quello alla salute pubblica. Ciò richiede grande professionalità, comprendere la situazione e cercare di arrivare ad una composizione del conflitto nella maniera più soft possibile ma con la determinazione e la fermezza necessarie".
Il ministro ha quindi rivendicato l'operazione di sgombero con gli idranti al porto di Trieste. "Siamo stati criticati - ha lamentato - ma là non c'erano più lavoratori, che erano entrati nel porto perchè volevano lavorare: c'erano frange estremiste arrivate da fuori che ne volevano fare una manifestazione nazionale. Le forze di polizia non hanno usato manganelli, c'erano disposizioni precise dal capo della Polizia, hanno cercato di far allontanare la gente. Ci sono interessi commerciali che incidono sull'economia della città. Con i tir fuori fermi che non riuscivano ad entrare, il bilanciamento dei diritti e degli interessi doveva portare ad uno sgombero leggero e riuscire a far ripartire il porto, per evitare ricadute sulla città".
E' la 'bussola' sempre seguita in questi mesi per la gestione delle manifestazioni. Qualche volta è andata male, vedi i disordini di Roma del 9 ottobre. Ma, ha detto il capo della Polizia Giannini associandosi alle rivendicazioni del ministro, "è ingeneroso fare valutazioni su singoli episodi senza cogliere il senso di mesi, anni, in cui si è lavorato tutti i giorni quando in tanti avevano l'opportunità di preservarsi stando a casa. Un decimo della nostra forza lavorativa si à ammalata, 17 colleghi sono morti e quindi io ritengo che le valutazioni andrebbero fatte nel complesso e con grande serenità".
Tra Viminale e prefettura di Roma, dunque, le riunioni preparatorie del vertice sono continue. Oggi si è svolto il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Matteo Piantedosi. Nei prossimi giorni si riunirà il Comitato nazionale presieduto dal ministro per l'ultima revisione delle misure. Il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, che vede allo stesso tavolo responsabili di intelligence e forze dell'ordine, è attivato per valutare le possibili minacce. Si guarda in particolare ai possibili arrivi dall'estero di 'professionisti' della guerriglia urbana e, sul fronte interno, alle fibrillazioni sulle chat di no vax, estremisti di destra e di sinistra, anarchici. Saranno presidiati i palazzi istituzionali, le ambasciate, i monumenti e gli altri obiettivi sensibili. All'opera tiratori scelti, nuclei Nbcr, droni, sistemi anti-drone, assetti specialistici delle forze armate. Sono in corso di valutazione le varie manifestazioni in programma: la più numerosa (si prevedono diecimila persone) è quella promossa da Friday for future cui si sono associati Cobas e tante altre sigle con un percorso che va dalla Piramide alla Bocca della verità.
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