Nelle Filippine essere arrestato non è un problema: c'è come una sorta di cauzione fai da te, bisogna avere i soldi, ma si può pure barattare con oggetti o col proprio corpo. E' quello che racconta il filippino Brillante Mendoza, che torna dopo sette anni al Festival di Cannes dopo il controverso 'Kinatay', in concorso con 'Ma' Rosa', un affresco della sub-cultura nei quartieri periferici di Grand Manille. Il film ruota attorno a una coppia, Rosa (Jaclin Jose) e Nestor (Julio Diaz), anche se è la prima ad avere un vero ruolo da protagonista (un po' la tendenza di questo festival tutto al femminile). Ora questa coppia lavora e vive in un sari-sari store (una specie di spaccio-caffè molto diffuso nelle Filippine) solo come copertura di un piccolo spaccio di droga (esattamente metanfetamina, anche detta shabu o Krystal meth). Solo una sera, nella sempre troppo rumorosa Manila, in questo squallido spaccio arriva la polizia dell'antidroga. Tre brutti ceffi in borghese e per la coppia arriva la questura.
E martedì' c'è stata una protesta sul red carpet a Cannes. "Il Brasile non è una democrazia", "in Brasile si sta cercando di fare un colpo di Stato": così con decine di cartelli un gruppo consistente di persone ha richiamato l'attenzione sulla vicenda del paese latino-americano alla proiezione del film brasiliano in concorso Aquarius, interpretato da Sonia Braga.
''Grazie per il sostegno allo straordinario cast di Aquarius, un bacio in nome della democrazia'': così la presidente brasiliana Dilma Rousseff, sospesa per impeachment, ha ringraziato su Twitter gli attori del film brasiliano che sul tappeto rosso di Cannes hanno manifestato in suo favore e contro il 'golpe'. ''Grazie Sonia Braga, Kleber Mendoca Filho e Maeve Jinkings, il talento del Brasile a Cannes. Grazie per l'appoggio!'', ha twittato Dilma.