Cavalcare l'onda della "speranza", non quella della paura. Far leva sulla "fiducia", sul bisogno di "risposte concrete". Segnare con le azioni e il linguaggio la distanza da chi "urla e insulta" ma non ha la "credibilità" di rappresentare l'Italia in Europa. Fa leva sul suo profilo di premier promotore del "cambiamento", Matteo Renzi. In questo rush finale della campagna elettorale non si fa trascinare nella rissa da Beppe Grillo. Perché è con le azioni del suo governo che intende marcare la differenza. E, sfidando la scaramanzia, si dice "molto ottimista" sul fatto che il messaggio di "speranza" prevarrà nelle urne. Convinto che se il M5S "provoca" e urla sempre più forte, è perché "ha paura" del Pd. Si prepara a combattere "fino all'ultimo" per ogni singolo voto, Renzi. E da una gremita piazza Sanità a Napoli (la stessa dove andò anche Grillo), rivendica: "La piazza è casa nostra". Dalle piazze il premier cercherà di far passare un messaggio rivolto a tutti gli elettori, di sinistra come di destra: non si può dare il loro voto a dei "buffoni", perché non hanno "credibilità".
E il Movimento 5 Stelle, come Forza Italia, non ha una credibilità all'altezza "delle aspettative che l'Italia suscita in Europa". Il Pd, è il sottinteso del segretario, in un'intervista a Piazza Pulita, quella credibilità ce l'ha. E lo sta dimostrando con l'azione del governo. In mattinata, in conferenza stampa a villa Pamphili con il premier polacco Donald Tusk, Renzi ribadisce la sua ricetta: "L'Europa dopo il 26 maggio andrà cambiata perché finora si è mostrata lontana dai cittadini. Ma riesce a cambiare chi governa, non chi urla; chi propone, non chi insulta". Il suo esecutivo, rivendica Renzi, ha "tanti interventi pronti". Alcuni, come un accordo sulla Sardegna e un'intesa per Fincantieri, li annuncerà nei prossimi giorni, nelle numerose tappe che farà in giro per l'Italia in quest'ultima settimana di campagna elettorale. Senza "cedere alla facile demagogia di chi dice" di andare fuori dall'Europa e "fuori da tutto", sono le azioni concrete a permettere di dire che se i dati sul lavoro mostrano che nel 2013 "si è toccato un punto molto basso", si possono ora "vedere i segni di una ripresa".
Di fronte, però, c'è un avversario temibile. E Renzi lo sa. E' quel Beppe Grillo che alle politiche del 2013 è stato "primo", davanti al Pd. E che ora martella incessante, con attacchi quotidiani e la previsione non solo di una sconfitta ma di una fine da "lupara bianca" (con la totale scomparsa) per il leader del Pd. "I morti di lupara bianca esigono rispetto e la politica dovrebbe riprendere il significato delle parole - replica posato Renzi - Citare Hitler, la peste rossa, la lupara bianca" non è il linguaggio del Pd. "Anche se Grillo usa questi toni, io avverto il bisogno di cambiare il linguaggio", dichiara. E aggiunge: "So che porta male dirlo, ma non sono preoccupato, ma molto ottimista" perché c'è "un clima crescente di speranza e fiducia" di chi chiede "risposte concrete". Davanti all'Italia c'è la possibilità di uscire dalla crisi e tornare protagonista in Europa, perché è come se avesse davanti un favorevole "allineamento astrale di pianeti", tra cui la fine della stagione dell'austerity "nel mondo". Per poter sfruttare a pieno l'occasione, però, Renzi sa di dover ottenere un risultato elettorale abbastanza forte da poter andare in Europa a dire "che l'Italia è tornata". I prossimi giorno lotterà per questo obiettivo: "Fino all'ultimo giorno per prendere un voto" in più.