Eccolo il ''terremoto''. Lo ha proclamato Nigel Farage, leader del partito euroscettico britannico, primo nelle elezioni europee nel Regno Unito già dai primi dati ufficiali. Il trionfo sperato da Farage, temuto da tutti gli altri, e' stato preannunciato dalle ammissioni dei contendenti, uno dopo l'altro a concedere la vittoria ancora prima che i risultati fossero ufficialmente noti.
''L'Ukip va verso la vittoria''. Poi la valanga e' discesa sulla politica britannica circoscrizione dopo circoscrizione, regione dopo regione. E superata la meta' dei risultati l'Ukip e' oltre il 29% , con il 12% in piu' rispetto alle elezioni del 2009 e 12 europarlamentari gia' assicurati. Ma la notizia e' doppia, perche' se la cavalcata euroscettica di Farage era in qualche modo prevedibile, la lotta all'ultimo voto era attesa con i laburisti. Se invece a risultati ultimati la proporzione non cambiera', il testa a testa e' per il secondo posto e tra laburisti e conservatori.
Svanite quindi le speranze per Ed Miliband di 'prendere fiato' dal voto europeo per ripartire verso le politiche del 2015, tirano un sospiro di sollievo i conservatori per i quali si era paventato un umiliante terzo posto. Possono cosi' rilanciare verso i partner europei la protesta raccolta in casa. Secondo il presidente del partito Tory Grant Shapps si tratta di un ''messaggio chiaro per l'elite europea, la gente vuole cambiamento''. William Hague, ministro degli Esteri, sottolinea che la scelta dei britannici alle urne mostra ''malcontento, disillusione, profonda insoddisfazione'' a cui i Tory, dice, intendono ''rispondere chiaramente'' che ''il rapporto con l'Europa va modificato'' verso ''un cambiamento vero'' fino al referendum che, ricorda, ''ci sarà''.
Quindi l'appello: ''E' importante che le istituzioni europee raccolgano il messaggio che il cambiamento necessario per tutti. E questo e' quello che noi vogliamo''. Si materializza invece il tracollo annunciato per i liberaldemocratici di Nick Clegg: scivolano al quinto posto dopo i Verdi. Loro, gli unici europeisti dichiarati, non conquistano nemmeno uno dei 73 britannici. Per contro scompare anche il British National Party di Griffith. Il suo estremismo evidentemente non attrae più e per dire no all'Europa forse adesso basta l'Ukip. Il ''terremoto'' quindi: ''Mai prima nella politica britannica un partito come il nostro è stato in testa'',dice Farage. Ed e' vero. La protesta degli euroscettici ha attecchito nel voto europeo ancora piu' che per le elezioni amministrative con le quali l'Ukip aveva già segnato la sua avanzata. Il voto britannico è euroscettico.