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Bangarang, essere bambini all'ombra dell'Ilva

Bangarang, essere bambini all'ombra dell'Ilva

Il documentario di Mastromauro ad Alice nella città

ROMA, 27 ottobre 2023, 09:42

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Taranto è "la migliore, per "l'affetto che dà le persone", rappresenta "la magia", "siamo noi", è "molte cose", "ci sono nato e ci resterò, non la voglio abbandonare". Sono fra le frasi sulla loro città dei bambini protagonisti di Bangarang di Giulio Mastromauro, unico documentario in concorso ad Alice nella città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. Rispetto a Palazzina Laf, l'esordio alla regia di Michele Riondino dedicato a Taranto e all'Ilva presentato nella sezione Grand Public dalla Festa, nel documentario (prodotto da Zen Movie con Nuovo Imaie) Mastromauro, vincitore di un David di Donatello per il suo corto Inverno, punta la cinepresa solo ad altezza dei più piccoli: non appaiono adulti nel film, se non di sfondo. "C'è stato da parte mia un innamoramento nei confronti di un territorio perseguitato dal destino - spiega all'ANSA il regista, che ha deciso di girare il documentario mentre era nella fase iniziale del lavoro sul suo primo film di fiction, Paradiso, ora in fase di sviluppo -. Sono stato molto colpito dalla natura del luogo, che resiste nonostante tutto e dalla vitalità e l'energia dei bambini, che è la vera protagonista del film".
    Veniamo immersi così, dalla spiaggia alle terrazze dei palazzi di Taranto Vecchia, nelle loro giornate di gioco, di scuola, sogni (da una città fatta di cioccolata all'avere un pappagallo parlante), risate e balletti di Tiktok ("ci hanno distrutto il cervello, bravo a chi li ha inventati" commenta ironica una delle piccole protagoniste) . Chiacchiere tra loro e alla fine con il regista, nelle quali rientra anche l'Ilva, tra cose sentite dagli adulti ("dà il lavoro") a rivisitazioni più fantasiose ("le persone ci lavorano per non farla esplodere").
    Quando "ho iniziato a lavorare al film, quasi volevo escludere il tema dell'Ilva, ma era impossibile, dovunque guardassi il mio sguardo incontrava l'acciaieria, che ormai è parte della natura del luogo. È impressionante. Non volevo fare un film politico, ma mi auguro che Bangarang possa contribuire ad alimentare un dialogo sul tema, perché quello che vivono a Taranto (dove ci sono circa 23mila bambini sotto il 14 anni, ndr) è un problema che ci riguarda tutti".
    Un elemento che ci viene ricordato anche dai numeri che chiudono il film: "L'acciaieria stando alle perizie ufficiali ha immesso il 93% di tutta la diossina prodotta in Italia insieme al 67% di piombo" si legge. Secondo "il perito della procura di Taranto a causa delle emissioni prodotte dalle attività degli stabilimenti nei soli 7 anni presi in esame sono morti 11.550 tra uomini, donne e bambini per cause cardiache, respiratorie e cerebrovascolari con una media di 1650 morti l'anno".

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