(Patricia Tiffany Arquette, vincitrice dell'Oscar come miglior attrice non protagonista nel 2015 per Boyhood, ha lo stesso piglio di sempre anche a 55 anni. Oggi è alla Festa del cinema di Roma per Gonzo Girl con cui si lanciata, senza troppo pensarci, alla regia: "Non l'avevo covata e neppure preventivata questa possibilità: è solo successa come tante cose che sono capitate nella mia vita". Ambientato agli inizi degli anni '90, il film segue la storia di Aley Russo (Camila Morrone), aspirante scrittrice che lavora come barista e che è stata selezionata per essere la nuova assistente di Walker Reade (Willem Dafoe), padre del giornalismo gonzo. Una cosa per niente facile visto che l'uomo vive tra le Montagne Rocciose, sta cercando di scrivere un nuovo romanzo in un momento complicato anche verso il suo pubblico. Editori e fan sono tutti in attesa del suo nuovo lavoro. Accanto a lui in questo periodo ci sono la moglie, nonché sua manager, Claudia (Patricia Arquette), e il suo nuovo interesse amoroso, Devaney (Elizabeth Lail). Aley è soltanto l'ultima degli otto assistenti che Walker ha mandato all'esasperazione con il suo brutto carattere specie quando è alterato. Poco dopo il suo arrivo, la ragazza comprende che il giornalista sta vivendo un blocco dello scrittore e non riesce a partorire altre pagine del suo romanzo. Gonzo Girl, presentato in anteprima mondiale al Toronto Film Festival 2023 nella sezione Discovery, è basato sul romanzo semi-autobiografico di Cheryl Della Pietra, che racconta il suo periodo come assistente personale di Hunter S. Thompson, autore di Paura e disgusto a Las Vegas. La sceneggiatura è arrivata per la prima volta all'attrice dopo che aveva iniziato a parlare con i suoi agenti della sua nascente aspirazione alla regia. Nel leggerla, l'Arquette ha subito colto la possibilità di esplorare temi per lei molto interessanti come "i danni provocati dalla celebrità, la co-dipendenza, le ferite non guarite, l'arte, la gioia, la vita e la sessualità". Per quanto riguarda infine il 'giornalismo gonzo', protagonista indiretto del film, tutto viene affidato alle sensazioni e alle esperienze che il giornalista vive in prima persona più che alla stessa oggettività. "In sostanza - come si legge in una sua delle tante definizioni - , il giornalismo gonzo ha lo scopo di ribaltare (o confermare) determinati luoghi comuni, attraverso 'un'immersione neutra del reporter' che intende scrivere su un determinato fenomeno sociale. Non è detto che questo avvenga senza conseguenze sul giornalista stesso, del resto, come Nietzsche ci insegna, se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te".
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