L'offensiva israeliana a Gaza riprende con forza e gli Stati Uniti aumentano il pressing su Tel Aviv affinché cambi strategia e tuteli i civili palestinesi. All'interno dell'amministrazione Biden c'è infatti una crescente preoccupazione per l'esito delle operazioni di Israele nel sud della Striscia: il timore è che si rivelino ancora più sanguinose di quanto finora accaduto, visto che il sud ospita i civili fatti precedentemente evacuare. Proprio per questo la Casa Bianca preme per la creazione di 'ampia safe zone' e per un aumento dell'assistenza umanitaria a Gaza. La Striscia "ha bisogno di un flusso maggiore di assistenza umanitaria", ha detto il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale John Kirby, assicurando che gli Stati Uniti continuano a lavorare duramente per il riavvio delle trattative per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas. I timori della Casa Bianca per il bilancio delle vittime civili sempre più pesante si riflettono nel cambio dei toni. E quelli usati dal capo del Pentagono non lasciano adito a dubbi. Israele - ha messo in guardia Lloyd Austin - rischia una "sconfitta strategica" nella sua guerra contro Hamas se non terrà conto degli avvertimenti sul crescente numero di vittime civili a Gaza.
"Ho personalmente spinto sui leader israeliani per evitare vittime civili, per evitare una retorica irresponsabile e per prevenire la violenza dei coloni in Cisgiordania", ha detto il ministro della Difesa sottolineando che nella guerriglia urbana "il centro della gravità è la popolazione civile. Se la si spinge fra le braccia del nemico, si sostituisce una vittoria tattica con una sconfitta strategica". Parole che gli sono costate le forti critiche da alcuni repubblicani, fra i quali il senatore Lindsey Graham che lo ha definito un "ingenuo. Ho perso tutta la fiducia in lui". Il messaggio degli Stati Uniti "è inequivocabile: la legge umanitaria internazionale deve essere rispettata. Troppi palestinesi innocenti sono stati uccisi a Gaza", ha osservato la vicepresidente Kamala Harris a Dubai dove, oltre a occuparsi dell'emergenza clima nell'ambito della COP28, ha incontrato i leader di Egitto, Emirati Arabi Uniti e Giordania per tessere la tela diplomatica americana sul conflitto in Medio Oriente. A loro ha ribadito i cinque principi statunitensi del post-conflitto a Gaza: "Nessun forzato trasferimento, nessuna rioccupazione, nessun assedio, nessuna riduzione del territorio e nessun uso di Gaza come piattaforma per il terrorismo". Principi ai quali Joe Biden e Antony Blinken aspirano da tempo anche se, al momento, le priorità sono il rilascio degli ostaggi e il cambio di strategia di Israele così da limitare il numero dei morti civili.
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