Ridana, giovane 23enne proveniente dalla Striscia di Gaza, si era presentata sulla Vulcano perchè una delle sue due figlie aveva bisogno di cure a causa di una lesione. Una volta a bordo della nave della Marina Militare, i medici si sono però resi conto che la donna era in stato di avanzata gravidanza. L'hanno ricoverata ed è quindi iniziato il travaglio; poi il parto. Tutto bene: è nata un'altra bimba. E l'ha chiamata Ilin Italia.
Da un luogo di morte come è il martoriato territorio palestinese sotto assedio, arriva dunque una speranza. Che vede la luce a bordo della nave italiana ormeggiata da venti giorni nel porto egiziano di Al Arish, una cinquantina di chilometri a sud della Striscia. E' "la vita che ostinatamente si fa largo tra odio e violenza. Benvenuta piccola Ilin, nata nell'abbraccio del nostro tricolore. Orgoglioso dei nostri militari che con dedizione e umanità le riservano cura e protezione", commenta il ministro della Difesa, Guido Crosetto. "Una bella notizia nel dramma palestinese", osserva da parte sua il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Grazie ai nostri militari - aggiunge - per il loro lavoro a servizio della pace e a tutela della popolazione civile. La donna vuole chiamare la bimba Italia per ringraziare i militari che l'hanno aiutata a nascere".
Il parto è stato salutato con soddisfazione anche dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli. I colleghi sulla nave, ha spiegato, "circa cinquanta tra medici - tra i quali specialisti in chirurgia, ginecologia, radiologia, ortopedia - infermieri e tecnici sanitari trascorreranno un Natale particolare, lontani da casa, portando aiuto alle popolazioni martoriate dal conflitto di Gaza. È questo il vero spirito del Natale".
La Vulcano - con due sale operatorie ed equipe mediche - è stata inviata proprio per prestare assistenza ai palestinesi feriti, dando così respiro agli ospedali egiziani sottoposti a forte pressione. Finora 35 pazienti sono stati trattati a bordo, tra cui 13 minori. Con i sanitari italiani - di Marina, Esercito e Aeronautica, oltre a quattro della Fondazione Rava - lavorano anche medici qatarini. La prima persona operata sulla nave è stata una donna di 38 anni vittima di un'esplosione, estratta dalle macerie con gravi lesioni ad entrambi gli arti.
Il ministro Crosetto ha espresso da tempo l'intenzione di inviare anche un ospedale da campo italiano direttamente sulla Striscia. E' stata fatta nei giorni scorsi una ricognizione da un team militare nell'area individuata. Al momento, però, non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per allestire la struttura.
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