Scarsa ambizione, sano realismo o precisa volontà? Per gli studenti di quinto superiore si stanno rapidamente avvicinando gli esami di maturità 2018. Ma, oltre al ripasso generale, è arrivato anche il momento di fare un po’ di conti. Con quanti punti uscirò dalle varie prove? Come andranno gli scritti? E gli orali? Quale sarà il voto finale? Meglio dare priorità al presente o al futuro? Tutto domande a cui hanno provato a rispondere i circa 2500 maturandi intervistati da Skuola.net. Anche se in tanti hanno deciso di non spingere troppo sull’acceleratore, in vista degli impegni che li aspettano al varco appena finito l’esame.
È solo poco più di 1 maturando su 10 – il 13% - ad aver messo nel mirino il massimo dei voti: 100 e lode. Un altro 16% spera di posizionarsi nella fascia di voto d’élite, quella che oscilla tra i 91 e i 100 punti. Ma, se circa un terzo punta decisamente in alto, un numero identico di studenti si accontenterà: un 16% pensa che si fermerà tra i 60 e 70 punti; il 13% ha come unica preoccupazione quella di essere promosso, arrivando almeno al 60 (il voto minimo). E gli altri? Sono nel mezzo, non riuscendo forse a decifrare la situazione: il 24% (la fetta più consistente di ragazzi) mira a un punteggio ‘medio’ (tra il 71 e l’80), il 18% vorrebbe qualcosa di meglio e tenterà di agguantare un voto tra l’81 e il 90.
Ragionamenti, questi, probabilmente influenzati da come ci si presenterà ai blocchi di partenza. Perché, a prescindere dal rendimento nelle prove d’esame, molto del destino dei ‘diplomandi’ dipende dal curriculum scolastico, da come si sono comportati nell’ultimo triennio delle superiori. E, a quel punto, i calcoli diventano più semplici. Ad esempio, il 47% dei maturandi pensa di attestarsi tra i 15 e i 20 crediti, trasformando di fatto in un’impresa l’obiettivo dei 100 punti. E, guarda caso, il 14% spera di ottenere 25 crediti (il massimo): praticamente la stessa quota che punta alla lode. Il 24% vorrebbe arrivare all’esame con almeno 20 punti, per giocarsela. Mentre il 15% già sa che ne avrà meno di 15: per loro il cento alla maturità già rientra nel campo dell’impossibile.
Ma c’è anche un'altra variabile che frena i ragazzi: i test d’ingresso. Per migliaia di ragazzi l’esame di Stato è solo l’anticipo di una lunga estate di studio, in vista delle prove d’accesso all’università. Oltre la metà, il 57%, dice che passerà per l’imbuto delle selezioni. In alcuni casi, per superarle, serve parecchio impegno. E la paura di qualcuno è che, concentrandosi troppo sulla maturità, ci sia il rischio di mandare a monte i progetti per l’avvenire. Così, tra loro, solamente il 49% per il momento si concentrerà esclusivamente sulle prove di giugno; 1 su 4 (il 25%) cercherà invece di conciliare le due cose; ma il 26% risparmierà le energie per i quiz.
Tornando al cuore del discorso, alle prove di maturità. Quali sono le più temute? I giudizi si dividono. Rispetto al passato, resiste in vetta la seconda, quella d’indirizzo: il 31% la indica come lo spauracchio principale di tutto l’esame. Affiancata però dal colloquio orale, anch’esso con 31% di voti. Ma, se si parla di voto, la seconda è senza dubbio quella che potrebbe mietere il maggior numero di ‘vittime’: il 34% pensa che il giudizio più basso lo avrà proprio in questa prova. La prima prova, il tema d’italiano, rimane al contrario quella ritenuta più abbordabile: la teme solo 1 maturando su 10. E, di conseguenza, oltre un terzo (36%) immagina che lo scritto d’apertura dell’esame sarà quello che darà le soddisfazioni maggiori.
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