Qual'è la vera Ferrari, tra le due viste a Shanghai? Quella che Fernando Alonso ha portato sul terzo gradino del podio (primo stagionale) con una gara che egli stesso ha messo tra le sue migliori? O quella che arrancando nelle retrovie ha relegato Kimi Raikkonen all'ottavo posto, lontano 1'16'' dal vincitore Lewis Hamilton e dalla (per ora) imprendibile Mercedes? Probabilmente nessuna delle due.
Talento e voglia di rivincita dello spagnolo sono riusciti a spremere dalla Rossa più di quanto la stessa Ferrari si aspettasse, sorprendendo gli avversari (specie quelli della Red Bull), mentre il finlandese non è ancora riuscito a 'capire' la F14 T, mortificandola oltre i demeriti della vettura.
Forse uno stile di guida che fatica a portare in temperatura le gomme anteriori (in Cina la Ferrari ha provato uno sviluppo delle sospensioni sulla vettura del finlandese, nel tentativo di metterlo più a suo agio) o magari solo un periodo di appannamento.
Se la Mercedes, inanellando la terza doppietta su altrettante gare sta dimostrando di raccogliere frutti da semi piantati con grande anticipo rispetto ad altri, Alonso può consolarsi con la certezza di aver intanto annullato il gap che lo separava dalle monoposto di Ricciardo e Vettel.
E' presto per dire che Shanghai segna una svolta nella stagione 2014 della Ferrari perché il ritmo delle vetture con la stella a tre punte appare ancora di un altro pianeta. Intanto sono però arrivati una bella sferzata di fiducia per tutta la squadra (perfetta nel mettere in atto al box la strategia di gara decisa) ed il miglior 'benvenuto' al nuovo team principal, Marco Mattiacci. E pure il segnale che non tutto il lavoro svolto da Stefano Domenicali è da buttare, come testimonia la dedica che gli ha rivolto Alonso.
La Ferrari è stata più precisa in curva ed ha guadagnato in velocità, sia nella percorrenza delle curve che nei rettilinei. Novità tecniche erano presenti in Cina ed altre sono attese da qui all'11 maggio. "Eppure dobbiamo essere realisti rispetto al potenziale di cui disponiamo al momento" ha spiegato Alonso, non per raffreddare gli entusiasmi, ma per sottolineare quante altre notti insonni attendono gli uomini di Maranello.
Lui ci proverà dando il 110% come sempre, ma agguantare un podio anche in Spagna non sarà facile: "Per Barcellona non possiamo promettere nulla". Resta un dato di fatto: "In Bahrain eravamo nono e decimo, un minuto dietro i migliori. Torniamo dalla Cina 7 secondi dietro a Nico (Rosberg, secondo, ndr)".
"Il podio di Fernando - è stata la testimonianza di fede di Raikkonen, che disponeva di un telaio nuovo - vuol dire che stiamo lavorando nella giusta direzione".
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