Il derby d'Italia si può riassumere in sei minuti, quelli che passano tra il 27' e il 33'. Vlahovic chiama e Lautaro risponde, mentre prima e sopratutto dopo succede davvero poco: Juve e Inter pareggiano 1-1, lassù in vetta gli equilibri sono rimasti intatti. La cronaca
Ci sono due sorprese nello scacchiere di Allegri, una a centrocampo e una in attacco.
Locatelli siede in panchina, il tecnico sceglie Nicolussi per la regia, con il classe 2000 all'esordio assoluto da titolare con la maglia della Juve. Il prodotto del vivaio completa il reparto con McKennie e Rabiot, sulle fasce giocano Cambiaso e Kostic. L'altra novità proposta dall'allenatore è il partner di Chiesa, che non è Kean bensì Vlahovic, al ritorno da titolare dopo un mese. Inzaghi sceglie il suo undici migliore, con Darmian a fare da braccetto destro nel terzetto con De Vrij e Acerbi e la coppia Dumfries-Dimarco sulle corsie. Davanti c'è il tandem Thuram-Lautaro, mentre a centrocampo Calhanoglu gioca tra Barella e Mkhitaryan. Parte dalla panchina, invece, il grande ex della sfida Cuadrado, sommerso dai fischi dello Stadium fin dalla lettura delle formazioni. Prima del calcio d'inizio, i due capitani Rabiot e Lautaro Martinez leggono un messaggio contro la violenza sulle donne, poi la parola passa al campo.
Sotto gli occhi dei papà Thuram e Chiesa, presenti sugli spalti, il derby d'Italia entra subito nel vivo già dopo quattro minuti, quando una punizione tagliata di Dimarco trova la spizzata di Thuram sulla quale Szczesny è attento. Il primo pericolo scuote la Juve, che al 15' costruisce un'enorme occasione: Rabiot serve Chiesa, l'attaccante calcia fuori una sorta di rigore in movimento. I bianconeri capiscono di poter fare male all'Inter e infatti colpiscono al 27', quando l'azzurro trova Vlahovic in mezzo all'area e il serbo finalizza con il piattone destro. La punta porta avanti la Juve e si sblocca dopo 71 giorni di astinenza, la sua esultanza ha un velo polemico con il dito sulla bocca a zittire le critiche. Lo Stadium esplode, ma i nerazzurri non accusano il colpo e, anzi, impiegano sei minuti per rimettere tutto in parità: Thuram va via a Bremer, Lautaro si sfila dalla marcatura di Gatti e fa subito 1-1.
Nella seconda parte di primo tempo le due squadre non creano grandi occasioni e la ripresa si apre senza cambi. I ritmi sono decisamente più bassi, i nerazzurri provano a fare possesso palla ma i bianconeri chiudono tutti gli spazi. Dopo un'ora di gioco Allegri richiama Nicolussi per far entrare Locatelli, Inzaghi richiama gli esterni Dumfries e Dimarco per inserire Cuadrado e Carlos Augusto. Le emozioni latitano per i tanti errori tecnici da una parte e dall'altra, Szczesny e Sommer rimangono praticamente inoperosi e lo Stadium si infiamma solo per l'ammonizione al grande ex della gara appena entrato. Allegri prova a cambiare tandem d'attacco per gli ultimi dieci minuti togliendo Chiesa e Vlahovic e lanciando Milik e Kean, ma il finale di gara non si accende con Juve e Inter che preferiscono non farsi male e tenersi un punto a testa. Le distanze rimangono così immutate, con i nerazzurri che rimangono in vetta a +2 sui bianconeri. Allegri mantiene l'imbattibilità casalinga, Inzaghi quella esterna.
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