La Serie A non cambia il suo format, quantomeno per ora. L'assemblea dei club andata in scena oggi ha infatti parlato chiaro: 16 squadre si sono dette favorevole al mantenimeno dello status quo con il format a 20, mentre soltanto quattro, ovverosia Inter, Juventus, Milan e Roma, si sono dette favorevoli a scendere a 18.
La spaccatura in Lega quindi c'è, ma forse non così profonda come ci si aspettava alla vigilia: una vittoria schiacciante per chi non vuole toccare il numero delle squadre, ma le big non hanno intenzione di mollare.
"Vogliamo evitare le troppe partite. Giochiamo troppo, è un tema anche per la salvaguardia dei nostri giocatori, che sono il nostro patrimonio", ha riassunto il presidente del Milan Paolo Scaroni, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1. "Tutto questo porta a un carico di partite che diventa insopportabile e che è causa di tanti infortuni", ha aggiunto. I quattro club contrari infatti hanno puntato soprattutto sul numero di partite, tra le nuove competizioni e l'aumento delle gare con la nuova Champions League a partire dalla prossima stagione, come principale motivazione dietro la volontà di tornare a 18 squadre. E, nonostante la posizione netta dell'assemblea, le big proveranno a continuare dritti per la loro strada, anche grazie ai colloqui intrapresi con la Figc nei giorni scorsi nell'incontro tra Inter, Milan e Juve con Gravina svelato dall'ANSA. Ma gli altri club non hanno rinunciato a lanciare qualche frecciatina.
"In assemblea il clima è stato cordiale e senza toni alti, ma quella che hanno voluto fare è sembrata una Superleghina. L'altra era la Superlega, questa è la Superleghina", il commento del presidente del Torino Urbano Cairo all'uscita dall'assemblea. "Non è una spaccatura, loro hanno avuto un atteggiamento sbagliato e in questo caso è mancato il rispetto reciproco. Dimissioni di Marotta dal Consiglio Federale? No, non ho sentito nulla di tutto ciò", ha aggiunto il numero uno granata dopo che qualche dirigente, nei giorni scorsi, aveva anche ipotizzato la richiesta di dimissioni dell'ad dell'Inter dal Consiglio Figc. "Ci vuole progettualità e ricerca non solo degli assetti, ma delle regole. Perché il tema principale non so se sia il campionato a 20 o 18, ma sicuramente gli oltre 5 miliardi di indebitamento", le parole invece del ministro per lo Sport e per i giovani Andrea Abodi, a margine dell'Osservatorio Valore Sport organizzato da The European House Ambrosetti.
"Ognuno di noi ha delle problematiche di politica sportiva e sicuramente questo non lo invidio", il commento del presidente del Coni Giovanni Malagò. Sullo sfondo intanto resta sempre l'assemblea federale convocata da Gravina per il prossimo 11 marzo. Tanto che oggi i club di Serie A hanno approvato "il proprio documento di indirizzo contenente le proposte di riforma del calcio italiano" con 16 voti a favore e i quattro club di cui sopra astenuti, oltre a voler ribadire "la assoluta necessità di mantenere nello statuto federale il diritto di intesa, così come nei principali sistemi calcistici europei".
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